Ti aspetti gli archivi e il live di CSNY e invece il grande vecchio ti spiazza con un disco dal vivo "a sorpresa" (che il 5 dicembre sarà disponibile anche in DVD) a documentare il suo
Music In Head Tour della scorsa estate. La decisione è stata presa probabilmente all'indomani di 3 date consecutive (per la maggior parte funestate da diluvi di proporzioni bibliche) nel suggestivo Red Rocks Amphitheatre nei pressi di Denver.
Sembra palese che questa pubblicazione sia destinata a inaugurare una nuova serie di pubblicazioni "live" del canadese, ma trattandosi di Young è meglio non dare nulla per scontato. E infatti anche la scaletta è di quelle che non ti aspetti: si comincia infatti con una lunghissima
Cowgirl In The Sand elettrica, tesa, tirata e vibrante come ai tempi di Everybody Knows This Is Nowhere e degli shows di quel periodo con i Crazy Horse di Danny Whitten, ma è solo l'inizio. Dal mai dimenticato (nonostante la sua annosa assenza dal mercato CD) On The Beach, Young estrae la saltellante
Walk On, bellissima canzone il cui testo potrebbe essere preso a manifesto della vita e delle sue scelte artistiche.
Una bella versione abbastanza rispettosa dell'originale, ma innervata dalla band superlativa che lo accompagna: ci sono amici (Ben Keith, Jim Keltner, Donald "Duck" Dunn e Spooner Oldham) e parenti (la sorella Astrid e la moglie Pegi ai cori) e Young sembra perfettamente calarsi in un'atmosfera densa d'intimità, come testimonierebbe il ripescaggio dagli archivi dell'inedita
Fool For Your Love, un tutto sommato modesto esercizio in stile quasi R&B composto ai tempi dei Bluenotes (periodo 1987/88) e mai da allora riproposto né dal vivo né su album.
Da Comes A Time arrivano la malinconica e meravigliosamente pacata
Peace Of Mind e la grintosa
Motorcycle Mama, idealmente dedicate all'amica Nicolette Larson che con Young duettava nelle versioni originali dei suddetti brani: è il momento per Astrid e Pegi di mettersi in bella mostra e loro, pur facendo del loro meglio, non riescono a non far rimpiangere la voce cristallina della Larson. In mezzo c'è una chilometrica e ispiratissima rilettura di
Words (Between The Lines Of Age), poco frequentato tour de force elettrico che chiudeva Harvest e che mai era stata riproposta dal vivo.
Questa versione ha molte attinenze con quella che occupava tutta una facciata di Journey Through The Past (altro reperto disperso della discografia younghiana) e da la possibilità al vecchio Neil di sfoderare un prolungato assolo chitarristico più incline alla ricerca melodica che non rumoristica. E una pioggia di emozioni riascoltare Young suonare l'elettrica con questa sensibilità dopo i furiosi diluvi con i Crazy Horse di Year Of The Horse e l'oasi acustica di Silver & Gold.
Il finale è da brividi: per
Tonight's The Night Young si siede al pianoforte e ancora una volta si leva il lamento dedicato agli amici che non ci sono più, Bruce Berry e Danny Whitten: ancor più dolente e intensa delle versioni già note, la canzone si allunga e si dilata con la voce straziata di Young in grado di procurare più di un sussulto. Richiamata sul palco Chrissie Hynde (che con i suoi Pretenders aveva aperto lo show) Young e i suoi amici si lanciano nella più luciferina e incendiaria
All Along The Watchtower che ogni fan younghiano abbia mai avuto modo di ascoltare. È la degna chiusura di uno show che in molti giudicano memorabile e del quale sono rimaste escluse da questa pubblicazione numerose altre "chicche" ripescate del cosiddetto "periodo nero" della metà anni VO (guarda caso l'oggetto del secondo tomo degli Archives a cui Young sta lavorando proprio ora) come l'inedita
Bad Fog Of Loneliness e le splendide
Winterlong, Mellow My Mind e World On A String.
Quattro stelle aspettando il volume 2. E poi il 3, il 4, il 5.