CRACKER (Countrysides)
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  Recensione del  31/03/2004
    

Se nel disco con i Leftover Salmon i Cracker si divertivano a rileggere le loro canzoni con le suggestioni della musica tradizionale americana, in Countrysides il percorso è esattamente al contrario. Il lato country & western esplorato da David Lowery e Johnny Hickman è costituito da un repertorio d'autore (con l'eccezione di Ain't Gonna Suck Itself, e questo è un altro problema) interpretato secondo i canoni propri dei Cracker. La scelta delle canzoni è il pregio maggiore perché le Countrysides vengono scelte tra Terry Allen e Dwight Yoakam, Ray Wylie Hubbard e Merle Haggard, Hank Williams Jr. e Bruce Springsteen.
Come si può intuire, un country & western decisamente schierato e non banale, a partire dall'evidente provocazione di Up Against The Wall Redneck Mothers (Ray Wylie Hubbard), una grande canzone che la dice lunga sull'attitudine con cui i Cracker hanno affrontato il tema. Con quella punta di ironia e di acidità che li distingue e infatti le interpretazioni migliori sono quelle dove si lasciano andare: Duty Free (Ike Reilly), strepitosa con quella pedal steel sullo sfondo e i cori deliranti in perfetto stile Kinks; Family Tradition (Hank Williams Jr.) con Johnny Hickman scatenato alla chitarra; Truckload Of Art (Terry Allen) che, pur rimanendo fedele all'originale, ci aggiunge uno yodel stralunato. Le altre Countrysides sono meno pungenti: in primo piano c'è spesso la fisarmonica di Kenny Margolis (bravissimo, tra l'altro), ma è come se i Cracker suonassero con la sordina.
Per esempio, Sinaloa Cowboys di Bruce Springsteen è bella, ma non si discosta molto dal mood di The Ghost Of Tom Joad, quasi che i Cracker gli si siano avvicinati con troppo rispetto e, per restare in argomento, Buenas Noches From A Lonely Room (Dwight Yoakam, of course) sembra quasi Tougher Than The Rest (sentire la chitarra di Johnny Hickman, please). Anche le canzoni di Merle Haggard (The Bottle Let Me Down e Reasons To Quit) sono rivisitate con una certa apprensione, senza particolari invenzioni. Scorrono via, sono piacevoli, non si fanno ricordare, però.
Diverso il discorso di Ain't Gonna Suck Itself: questo è puro Cracker style, un country & western che offre la struttura alla base del ferocissimo attacco di David Lowery all'attuale, fallimentare conduzione del rock'n'roll business. Di solito, canzoni così non restano impunite, e noi il coraggio di non lasciarsi trascinare dall'indifferenza lo riconosciamo subito e a memoria futura. Nel complesso invece, Countrysides, così come l'album con i Leftover Salmon è un buon disco e i Cracker mostrano di avere ancora idee e spazi per andare avanti anche se, magari sarà solo una sensazione, sembrano in debito di ossigeno.