RICHARD BUCKNER (Richard Buckner)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

Richard Buckner è uno dei giovani cantautori di maggior talento emersi in questi ultimi anni. Originario della California, Richard ha un'anima inquieta ed errabonda, che lo induce ad una vita intinerante attraverso gli States. Inizialmente suona accompagnato da una band i Doubters, ma è con la sua carriera solista che raggiunge i risultati migliori. Dotato di una voce splendida, dalla timbrica profonda ed intensa, Buckner scrive canzoni impregnate di poesia, sentimenti e male di vivere, dal carattere intcriore e malinconico.
Fin dagli esordi, predilige la situazione acustica, in cui, accompagnata da pochi strumenti, la sua voce emoziona profondamente, ed il suo primo album Bloomed, di recente ristampato con l'aggiunta di bonus tracks, suscita subito l'interesse degli addetti ai lavori, grazie al nome di Lloyd Maines associato alla produzione. Il successivo Devotion + doubt viene edito da una major, ma l'estetica scarna di questo cantautore non cambia di una virgola, imponendo una fervida vena compositiva ed una personalità fuori dal comune. Ma è con il terzo album Since, che Buckner sigla il suo capolavoro, grazie all'accompagnamento di una strumentazione elettrica, che esalta la drammaticità del canto ed imprime alle canzoni una forza ed un'energia, finora solo sfiorate.
L'ultimo The hill è un progetto decisamente particolare, in cui il cantautore decide di mettere in musica l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters: scompaiono le canzoni, mentre troviamo diverse partiture di uno stesso tema melodico. Accompagnato dai Calexico, Joey Burns e John Convertino, Buckner compie un'operazione decisamente non facile e coraggiosa ed il risultato è eccellente, anche se non immediato. Il nuovo album di questo artista è costituito da una raccolta di demo del periodo immediatamente precedente la pubblicazione di Devotion + Doubt, la maggior parte di queste canzoni, con arrangiamenti e veste sonora diversi, compariranno su quell'album, mentre alcuni scivoleranno sul successivo Since.
Tutte le composizioni sono qui eseguite solo voce e chitarra, ed a questa situazione scarna ed essenziale è riferito il termine demo, dato che le canzoni hanno una forma compiuta e un'incisione perfetta. Con sonorità in bilico tra la tradizione country ed un folk desertico, Buckner raccoglie una serie di interpretazioni dall'incredibile purezza e di profonda intensità. Splendide e glabre melodie in bianco e nero, modulate sulle corde della chitarra acustica, ci accompagnano nei paesaggi interiori segnati dalla malinconia dipinti dalle liriche della limpida On traveling o della bluesata e triste Boys, the night will bury you. Tutte le canzoni meritano un ascolto attento, dalla dolce Song of 27, alla bellissima Jewelbomb, uno dei brani migliori di Since, alla distesa A goodbye rye, alla spigolosa Roll.
Breve ed intenso, questo album mette a nudo l'essenza della poetica di Buckner, un cantautore che, al pari di Townes Van Zandt, anche in versione acustica, è in grado di comunicare sensazioni e vibrazioni, che non si dimenticano facilmente.