I fratelli
Charlie e Bruce Robison e Jack Ingram, tre musicisti texani piuttosto interessanti che seguiamo con attenzione particolare praticamente dai loro esordi. Charlie, che ha sposato Emily Erwin delle Dixie Chicks, ha inciso due dischi, l'ultimo dei quali,
Life in the party dello scorso anno, lo ha confermato un hard core performer di tutto rispetto. Bruce ne ha incisi altrettanti e sia
Long way home from anywhere, dove brillava tra l'altro per chi scrive un'invitante riedizione di
Trouble, un vecchio brano del mai dimenticato Cat Stevens, sia
Wrapped, riedito lo scorso anno ci sono piaciuti molto.
Jack Ingram ha dato persino di più sotto il profilo discografico, ha toccato quota cinque se si considerano le sue tre proposte indipendenti,
Jack Ingram, Lonesome Question e Live at adair's, oltre allo splendido
Livin' or dyin del '97 e al recentissimo
Hey You che lo ha consacrato come una delle personalità emergenti delle ultime generazioni di country men provenienti dal sud. Essendo legati alla stessa etichetta, la Lucky Day, ecco un disco dal vivo, registrato alla Gruene Hall di New Braunfelds, che li coinvolge tutti e tre, per quanto separatamente, quattro brani a testa, ciascuno in azione colla sua band. Una offerta molto buona, che fa il caso proprio di chi ama il Texas sound e personaggi come
Robert Earl Keen, Bap Kennedy, Steve Earle, Joe Ely, Townes VanZandt, Butch Hancock, per fare i soliti nomi...
Comincia Bruce che rilascia
The good life, un country rock cantato molto bene alla
Gram Parsons, con assolo di fiddle e poi di steel,
Red letter day, un travolgente country & roll con gli stessi strumenti in evidenza oltre alla chitarra elettrica e due brani provenienti da
Wrapped:
Rayne Louisiana, la canzone sui sogni che svaniscono, dal forte profumo blues, con deliziosa apertura acustica, gran lavoro strumentale della band, il fratello Charlie che duetta sul palco (era presente anche nella versione di studio) e il pubblico letteralmente in delirio e
Angry all the time, uno dei suoi brani migliori, non per nulla era stato scelto come singolo, ballata intensa e di ampio respiro, la moglie Kelly Willis special guest alle harmony vocals nell'occasione (aveva ricoperto lo stesso ruolo in sala d'incisione, da elogiare proprio l'assolo di chitarra elettrica.
È la volta poi di Charlie, la cui voce si fa preferire dal sottoscritto a quella del fratello, perché un po' più maschia e baritonale, che presenta tutte canzoni che si rintracciano in
Life in the party:
my hometown tipica story song che diventa una strepitosa country ballad, grande performance scenica, finale strumentale semplicemente stupendo,
Sunset Boulevard un brano più lento, davvero molto bello, condotto dalla chitarra acustica, con un ritornello intrigante, assolo di tastiere ed electric guitar;
Loving country, un'altra ballata un po' strana dall'aria folkeggiante, l'apparente aspetto di una short story, che si muove lentamente rilasciando gli sprazzi strumentali di rito e
Barlight, stucchevole e trascinante honky tonk beat song, non priva di humour e che mescola una popolare filastrocca da bambini con metafore e parodie varie, fatta apposta per essere eseguita in un locale pubblico, già conosciuta come singolo nelle indie charts.
L'ultimo a scendere nell'arena è Jack Ingram che, bisogna riconoscere, è quello che appare meno vicino alla country music dei tre, essendo la sua musica più eterogenea, più cantautorale nel senso stretto della parola. Due dei suoi brani provengono da
Hey you, Mustang burn, un rock molto solido e tosto, urbano o, forse meglio, periferico, dalla vivace apertura strumentale che va vieppiù consolidandosi, cantato da Jack in maniera stupenda, con gli assolo affidati alle keyboards prima e alla chitarra elettrica poi e Barbie doli, rock & roll sporcato di blues sicuro ed intenso, lacerante fuoriuscita chitarristica, con il pubblico a cantare in coro il refrain. Poi c'è
Work this out, un ottimo pezzo dalla piacevole melodia chitarristica, interpretato con una grinta e una convinzione superlative, eccellente lo spunto di electric guitar e un motivo unreleased,
Travis country, che era inserito nella colonna sonora del film
Hope Floats, composto da Jack insieme a
Jim Lauderdale, che pur essendo quello che tra i selezionati impressiona di meno è comunque interessante e godibile.