PAT HANEY (Wrong Rite of Passage)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Pat Haney viene dal midwest, è un cantautore e questo è il suo disco d'esordio. Un album semplice e diretto, costruito sulla sua chitarra, la sua voce arrocchita (tra Dylan, Earle e Prine) e le sue canzoni di stampo classico. Infatti Haney è la risposta rurale al songwriting di gente come Guy Clark & John Prine. È un balladeer nato ed il suo disco, anche se relativamente breve (35 mins), si gode dalla prima all'ultima nota. L'album è prodotto da Ben Ewing e si avvale di strumentisti sconosciuti, ma che sanno usare le mani: Curtis Burch, dobro e chitarre varie, Chris Carmichael, mandolino e viola, Paul Hatchett, organo, Jeff Hays, banjo, Byron House, basso, Shannon Lawson, mandolino ed armonie vocali, Danny Simpson, fisarmonica, Daylon Wear, chitarre acustiche ed elettriche, batteria, basso e armonie vocali.
I dieci brani che compongono il lavoro sono tutti firmati da Haney che costruisce piccoli racconti, quadretti di una provincia sperduta nel nulla. Canzoni che parlano di amori tristi, case isolate, fiumi e valli, persone sole, strade senza fine: canzoni che raccontano la sua terra dove, per arrivare da un paese ad un altro, si guida per ore in mezzo a nulla. Molto espressivo dal punto di vista vocale, Haney sa costruire canzoni solide, canzoni come Early Fall o One More Trip on Susan che fanno entrare di diritto questo disco tra i nostri preferiti. Jealous of The River è una tipica story song alla John Prine: stesso timbro vocale, stesse sonorità, stessa voce sospesa sulla melodia.
Una ballata sapida, dai toni amari, elettrica ma non più di tanto, che rivela il talento dell'autore. Hound Dog Poetry è più rurale: è un quadretto di campagna, con il banjo ed il mandolino che sfiorano la canzone, sospesa sulla voce dell'autore e suonala con leggera eleganza. Haney sa raccontare e sa unire ai suoi racconti una base musicale di prim'ordine, come solo i cantautori di vaglia sono in grado di fare. Dragging Green River Again ha il passo di Steve Earle e l'ironia di Prine: è più elettrica, ma sempre cadenzata, e racconta una storia tragicomica che ha come sfondo il dragaggio di un fiume. Won't Be Over No Cool è più country. Semplice nella sua struttura musicale, diretta nella sua melodia, richiama alla mente lo stile iconoclasta di Prine: è una story song nello stile del celebrato cantautore chicagoano. Early Fall, accarezzata da un violino, è triste, malinconica, autunnale, alla maniera di Guy Clark: la voce, quasi senza strumenti, racconta una storia amara che si tinge di giallo, come le foglie a fine stagione. Wrong Rite of Passage si apre con basso-chitarra e batteria: diretta, tonica, mostra un lato più rock dell'autore.
One More Trip on Susan è tra le più belle del disco. Ha un ritornello splendido, per fascino e melodia, e si lascia ascoltare con estremo piacere. La riprova del suo valore arriva dalla seguente I Should Have Danced With You, tersa ballata dai toni malinconici, sfiorata da una bella fisarmonica e dotata di una melodia di fondo gradevole. Follow You, elettrica e vicina allo stile di Joe Ely e I Wish I Had Linda, Too, gentile ballata semiacustica, chiudono un lavoro di grande spessore.
Un altro cantautore è arrivato in città.