RONNY ELLIOTT (A Postcard From Jack)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Viena dalla Florida Ronny Elliott, ha da poco superato i trenta anni ed ha già tre dischi alle sue spalle. L'omonimo esordio del '95, l'intrigante Ronny Elliott & The Nationals del '97 e questo ottimo.... a Postcard From Jack. Chitarrista di vaglia, Elliott appartiene a quella schiera di autodidatti a cui fa capo il grande JJ Cale, compone tutte le sue canzoni, canta con una voce multiforme e suona in modo nitido e diretto.
Ma, quello che più conta, scrive belle canzoni. Canzoni classicamente americane, con l'orizzonte aperto, canzoni da sentire mentre si guida per quelle autostrade a perdita d'occhio, con gli stilemi più classici del suono americano affondati sino al midollo. Le radici di Ronny vanno da Johnny Cash a JJ Cale, da Eric Clapton a Bob Dylan, ma il suono è suo, non appartiene a nessun altro, come le sue canzoni. La sua band, The Nationals , muta disco per disco e, questa volta, è formata da Steve Connelly, Chitarra e pedal steel, Harry Hayward, batteria e chitarra e Natty MossBond, voce, coadiuvati da Walt Bucklin, basso, Nina Wegmann, fisarmonica e da due altri batteristi Hugh Williams e Wally Watson. Il sound è pulito e le canzoni ben costruite.
Apre Blue Dreams dalle tonalità aperte: intro voce ed elettrica, poi la chitarra ed il basso prendono il loro spazio, la batteria comincia a battere e la canzone parte. Ci sono echi di Roy Orbison in questa rivisitazione di Americana, giocata sulle voci di Ronny e Natty. Tell The Killer The King is Dead è un racconto immaginifico in cui il protagonista racconta a Jerry Lee Lewis che Elvis Presley è morto: la canzone, quasi parlata ha un'atmosfera incredibile, con quell'armonica che entra nel vuoto, con la voce che racconta la sua storia fantastica. Da sola potrebbe valere il prezzo del disco, ma Ronny mostra di avere altre frecce al suo arco. If I Had You è una roots ballad tosta e coinvolgente, dal timbro country, molto ben giocata sulle note di una spessa steel guitar. Grande è la title track: A Post card from Jack si avvale di una voce grave alla Johnny Cash e di un testo molto profondo.
Una fisarmonica tende la melodia dietro alla voce, mentre la canzone prende corpo lentamente, lasciando svolgere la sua storia di pari passo con la melodia, sino all'entrata del resto della strumentazione: poi Elliott canta con voce normale e la canzone assume una tonalità melodica coinvolgente e piena di anima. The road to Rock'n'Roll è una brano folk rock, elettrico ma non più di tanto: bella la voce del protagonista, grande il gioco di chitarra. C'è sempre un'ombra country dietro alle sue composizioni che, è bene dirlo, sono solo vagamente sfiorate dal suono più antico d'America.
White Knuckle Flight è una canzone d'autore, inizio attendista, voce in primo piano e strumenti che fuoriescono lentamente: è un po' il marchio di fabbrica di Elliott questo, con la strumentazione che prende corpo lentamente avvolgendo ogni sua melodia in modo lento ma coinciso. Bring Me your Love non sfugge alla regola: prima la voce egli strumenti che fanno da cornice per poi entrare con parsimonia, ma la melodia, messa a punto da una bella fisarmonica, è di quelle che non si dimenticano.
Wrong Wrong Wrong è un country rock di derivazione texana, con Joe Ely nelle ossa ed una melodia di fondo che scorre fluida. The Twist came from Tampa si apre con un parlato ad effetto, mentre Dancin' With The Man in The Moon Again è limpida e scorrevole. Chiudono l'affascinante Carlos Diego e la dolce, ma molto intensa, Anything Else But You. Ronny Elliott è un cantautore di vaglia, come dimostra questo suo terzo lavoro.