STEVE EARLE AND THE DEL McCOURY BAND (The Mountain)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  31/01/2004
    

Forse qualcuno di Voi arriccerà il naso a vedere questo album, un disco di Bluegrass, nelle recensioni rock. Ma nessuno può negare a Steve di essere un rocker e tantomeno che questo è uno dei dischi più importanti del mese: quindi la sua posizionatura all'inizio delle recensioni rock è più che logica. Steve è un coraggioso, su questo non ci piove, ed è uno che va controcorrente. Lo dimostra il suo lavoro con la E2 Squared, l'etichetta che gestisce assieme all'amico e partner Jack Emerson: fondata nel '95 la piccola label di Nashville si occupa di pubblicare materiale alternativo, rispetto a quello che pubblica la mecca del country e, sino ad oggi, oltre ai dischi di Steve, ha edito proposte molto interessanti: i due lavori dei V Roys, l'eccellente solo di Bap Kennedy, quindi dischi dei Six String Drag, Cheri Knight e Ross Rice.
Emerson, già bassista con Jason & The Scorchers, è un abile uomo d'affari, mentre il partner di produzione di Steve è Ray Kennedy, l'altro membro del Twangtrust: con questi due alle spalle Earle si può permettere di entrare nel mondo della discografia in modo personale, senza dovere scendere ad alcun compromesso.
Questo album, dedicato alla musica Bluegrass, è svincolato dal catalogo Warner Bros, che pubblica solo gli album rock di Earle ma che si è anche rifiutato di promuovere un disco di questo genere. Allora il nostro non ci ha pensato due volte e lo ha edito attraverso la sua etichetta, mentre in Europa ci pensa la Grapevine inglese. The Mountain è un disco coraggioso: non tanto perché si tratta di bluegrass, ma piuttosto perché ad inciderlo è stato un musicista rock. Il suo mercato, già debole nel mondo musicale odierno, rischia di subire un duro colpo: ma ad Earle questo non importa, lui va per la sua strada. Il suo detto è: Chi mi ama, mi segue. Che poi è la frase scolpita sui muri dell'ufficio del Busca: anche noi, nel nostro piccolo, stiamo diventando sempre più alternativi.
La musica si sta evolvendo attraverso sentieri che non sono più nostri: il rock sta diventando musica per pochi, come il jazz. Una musica d'elite: guardando le classifiche, ma anche i giornali di oggi, mi viene in mente una frase di Willie Nelson: "Io non conosco più nessuno: non so neanche se sono bianchi, neri, gialli.....". Questo riguarda un po' anche il nostro lavoro: noi proseguiamo per la nostra strada, gli altri seguono l'onda. The Mountain è un bel disco, anzi un gran bel disco: 14 nuove canzoni di Steve per quarantacinque minuti di musica. Musica acustica, suonata con strumenti a corda dalla band di Del Mc Coury e cantata con piglio fiero dalla stesso Earle.
Partecipano al disco, in veste di ospiti (ma con apparizioni molto brevi), una bella cerchia di amici e entusiasti: l'immancabile Emmylou Harris, l'emergente Gillian Welch, quindi John Hartford, Sam Busti, Tim O'Brien, Kathy Chiavola, Iris DeMent, Martin Stuart. Solo per nominarne alcuni. Il nostro dedica apertamente questo disco al padre della musica Bluegrass, Bill Monroe: l'uomo che, al pari di Bob Wills ed Hank Williams, si è inventato uno stile ed ha creato un suono. L'idea di questo disco è nata una sera, durante un concerto di Steve al Tennessee Performing Arts Center di Nashville, quando Monroe è salito sul palco ed ha partecipato alla performance del nostro, cantando per venti minuti buoni. Quindi un omaggio ad un padre ed ad uno stile, vecchio come L'America.
Da un paio di anni a questa parte il Bluegrass sta vivendo una nuova stagione in Usa: c'è un ritorno di interesse sulla musica, e vengono pubblicati anche dischi importanti. Lo scorso anno il doppio di Ralph Stanley, ed ora, oltre all'album di Steve, i nuovi lavori di Ricky Skaggs e Del McCoury Band (senza Earle). The Mountain contiene quattordici canzoni. Texas Eagle inizia con il parlato tipico, poi la canzone si muta in un travolgente bluegrass con gli strumenti della band di Del McCoury che dettano legge, mentre il nostro canta con grinta. Yours Forever Blue sembra uscita da un disco di Bill Monroe : la strumentazione ed il modo di cantare sono tipici. Notevole Carrie Brown: inizia a due voci con quella di Del McCoury che controbatte Earle.
Tempo acceso, bel ritornello, strumenti che danzano ed una ballata dai toni amari, che parla di un omicidio. Sembra un vecchio racconto, messo in musica da uno dei patriarchii del suono: l'interpretazione è rigorosa, la band di McCoury perfetta. I'm still in love with you vede Steve duettare con la brava Iris De Ment: la canzone è una ballata lenta, un country folk ante litteram, suonato con stile da McCoury e soci. Notevole l'uso delle due voci. The graveyard shift è un bluegrass classico, di derivazione appalachiana, con la voce di Ronnie McCoury che lavora il brano alle spalle di Steve, più roco che mai. Strumentazione acustica, come al solito ed un tocco di blues che non guasta. Harlan Man è una canzone rock (sentire come canta Earle) mutata in bluegrass: il violino di Jason Carter è travolgente. The Mountain è una delle composizioni più belle del nostro : nostalgica, coinvolgente, sembra uscire dalla penna di uno scrittore profondamente tradizionale.
La melodia è intensa, con le voci che si mischiano ed il dobro di Jerry Douglas che lascia un segno indelebile con poche note. Outlaw Honeymoon è stata scritta due anni fa per il film Niagara, Niagara, ma poi non è stata usata: Steve la ha incisa nelle sessioni di El Corazon, ma anche in quel caso non la ha usata. Finalmente il brano, una tipica composizione attendista, ha trovato la sua posizionatura con una veste bluegrass decisamente atipica. Connemara Breakdown è una composizione in cui il mandolino funge da strumento solista: Steve e Ronnie McCoury duettano bravamente. Si tratta di uno strumentale. Leroy's Dustbowl Blues: c'è un tocco di Woody Guthrie in questo bluegrass influenzato dal folk.
Il teso, molto Gutrhie-ano, e la musica, decisamente Bill Monroe-oriented, fanno di questa canzone una delle più coinvolgenti dell'intero lavoro: grazie anche al lavoro di Gene Wooten al dobro. Dixieland è un folk irlandese suonato in stile bluegrass. Il personaggio della canzone deriva dalla novella The Killer Angels di Michael Shaara e la canzone stessa è una ballata intensa con influenze di irish folk ed un cantato molto forte. Paddy on The Beat contiene un'altro tema irlandese sviluppato in modo differente rispetto a Dixieland: la parte melodica è più espressa, Steve al mandolino, Stuart Duncan e jason Carter ai violini, Ronnie McCoury al bouzooki, rendono questo strumentale una canzone di assoluta bellezza. Long, Lonesome Highway Blues: titolo perfetto per un bluegrass tune.
Sembra uscito, ancora una volta, dal repertorio di Bill Monroe. Ma Earle canta quasi da rocker, anche se la strumentazione è totalmente acustica. Chiude il disco la toccante Pilgrim, scritta il giorno del funerale di Roy Huskey Jr, grande bassista ed amico di Steve. Canzone melodica e profonda, giocata su più voci, è tra le più belle mai scritte da Steve, il quale dice che, durante l'incisione del brano, tutte le ragazze coinvolte hanno pianto. La bravura di Earle, a contatto con una musica più tradizionale della sua, è sempre fuori discussione: questo disco conferma che il nostro è un vero talento ed un musicista unico.