OWEN TEMPLE (General Store)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Owen Temple è un texano dì ventidue anni. Questo disco segna il suo esordio discografico ed è stato pubblicato alla fine del '97. Mentre scriviamo queste righe Owen ha da poco terminato di incidere il suo secondo lavoro, momentaneamente intitolato Passing Through, in uscita per la fine di Aprile. La produzione, come gran parte dei dischi texani che contano, è di Lloyd Maines. Owen fa parte del new breed del rock 'n country texano, una scena giovane e in continua crescita che abbiamo cominciato a presentare sul numero scorso con il disco dal vivo di Pat Green. Altri musicisti che fanno parte di questa scena, oltre al padre putativo Jerry Jeff Walker, sono Cory Morrow, Luke Olson, Adam Carrol, Terri Hendrix e Roger Creager.
Inoltre sono coinvolti anche nomi già sono noti ai lettori di queste pagine: Todd Snider, Robert Earl Keen: Jack Ingram ed i fratelli Robison. Temple è dotato di una bella voce, fresca e potente, e scrive canzoni dal piglio fiero e grintoso. Country elettrico, suonato in modo preciso, con connotati rock. Partecipano all'album Lloyd Maines, John Inmon, Rich Brotherton, Michael Tarabay, Richard Bowden, Bukka Allen, Bob Livingston, oltre alle voci di Pat Green, Cory Morrow e Terri Hendrix. L'album è sano e robusto, ed ha un suono elettrico potente. Non siamo dalle parti di Nashville, ma piuttosto nei pressi del suono di gente come Chris Knight, Steve Earle, Jack Ingram. Ci sono delle analogie con il vigore di Pat Green e Temple è un autore indubbiamente dotato.
Apre la grintosa When I Hit San Antone, batteria dura e violino in bella evidenza: la melodia è bella e la canzone scorre in un attimo. Me and Maria, con l'accordeon di Bukka Allen ad accompagnare la voce, richiama il suono di un altro texano moto valido, recensito solo due numeri fa, Mark David Manders: infatti si tratta di un folk rock fluido e ritmato. Più riflessiva Tennesse Highway, canzone strutturata su semplici accordi di chitarra, con la ritmica ed il violino che fanno da cornice: Temple la rende in modo diretto, senza fronzoli e lascia fluire la melodia. Dry Creek è più country, ha un ritornello alla Jerry Jeff, con la band che danza attorno alla voce. Jaded Lover è l'unica cover: si tratta di un brano di Chuck Pyle che il nostro rifa in maniera esemplare, ben assecondato dal suono pulsante della band e dalle voci di Pat Green e Cody Morrow. Il disco prosegue su questo livello e nei suoi quasi quaranta minuti non ci sono cedimenti di sorta.
Il suono si mantiene sempre elettrico e pulsante, le voci sono calibrate alla perfezione e le canzoni funzionano benissimo. Altri titoli: Wanna Wanna Bar, messicaneggiante, You Never Can Tell, quasi cajun, Mary, riflessiva, If You Called. Un cenno a parte per James' Blues, una sorta di country blues molto caldo, con la voce in decisa evidenza ed un'armonica brillante come sparring partner. Texan country rock at his best.