Billy Joe Shaver è il ritratto del cantautore americano classico. Un vecchio trovatore che ha passato la sua vita a scrivere canzoni per altri e che, saltuariamente, ha fatto il solista. Da quando suo figlio
Eddy Shaver, dopo avere militato nella band di Dwight Yoakam, ha deciso di tornare sotto l'ala paterna, il vecchio Billy Joe ha messo su una band coi controfiocchi.
La chitarra di Eddy, elettrica e pulsante, è quanto di meglio si possa sentire oggigiorno nell'ambito del roots-country-rock, e Billy Joe ha sempre una bella voce ed un carisma non comune. Scrive canzoni con la forza di chi ha avuto una lunga gavetta: d'altronde per essere nato a Corsicana, Texas, ne ha fatta di strada. Il suo suono ruvido, tra country e rock, abbellito dalla chitarra del figlio, è vitale ed orgoglioso: Shaver è un texano doc, la sua voce e le sue canzoni tradiscono un'onestà di fondo ed una esperienza fuori dalla norma.
Electric Shaver arriva un anno dopo, circa,
Victory.
Quel disco era acustico e raccoglieva una serie di ballate scritte nel corso degli anni, di derivazione country-gospel. Questo, già dal titolo, fa presumere un ritorno al suono più classico di Billy Joe: le ballate arse dal sole, spazzate dalla chitarra, cantate da una voce con le tipiche inflessioni del Ione star state. Anche questo CD, come il precedente, è edito dalla New West di Cameron Strang, una nuova etichetta che ci ha già regalato dischi come l'esordio di Bocephus King, il secondo John Dee Graham, il nuovo Stephen Bruton e che si propone come una delle indie più fresche ed innovative della attuale scena Usa.
Strang, avvocato di professione, si è messo a fare il discografico per pura passione e si cominciano a vedere i risultati.
Electric Shaver è uno dei migliori dischi elettrici del texano, suonato benissimo e cantato con la sua inimitabile voce. 12 canzoni, 45 minuti di musica sana. Apre
Thunderbird, introdotta dal chitarrone di Eddy e da una ritmica pressante: si tratta di una ballata elettrica, spazzata dal vento, ottimo veicolo per la voce e la chitarra dei due Shaver.
Try and Try Again è un country blues sincopato e grintoso, con la voce in decisa evidenza ed un suono elettrico pulsante.
Learning Toward the Blues è un rock blues viscerale, cantato in modo espressivo, con Eddy che fa i numeri con la sua chitarra.
New York City smorza i toni: infatti è una godibile ballata dalle coloriture country, con una chitarra molto docile dietro alla voce forte di Billy Joe, ed un motivo di fondo abbastanza old fashioned.
You Wouldn't Know Love è un rock dalle implicazioni sudiste: tpicamente texano, sia per l'andatura della ritmica che per il gioco continuo della chitarra.
Slave at The Feet of the Queen è una bella composizione elettroacustica che mette in evidenza la grande voce di Billy Joe: motivo molto roots, pieno di malinconica nostalgia, fortemente legato al suolo texano.
Tra le più belle e caratteristiche del disco.
People and Their Problems è un country rock d'altri tempi, una di quelle canzoni che si attende di sentire in un disco come questo: ritmo, canzone un pò sguaiata e chitarra sugli scudi.
Manual Labor profuma di Messico: una fisarmonica da subito il là alla melodia, poi ci pensa la voce di Billy Joe a fare il resto. Canzone di confine, risente dell 'esperienza di gente come i Texas Tornados ed è decisamente godibile.
I'll Be There rallenta di nuovo i ritmi.
Grande ballata lenta, molto espressiva, si snoda su una tematica country blues: una canzone che sarebbe piaciuta molto a Willie Nelson, ma Shaver, pur non avendo la voce di Nelson. Non fa certo una brutta figura, anzi.
Heart to Heart è spazzata dalla chitarra acustica e prende ritmo molto velocemente: bella composizione dal motivo legato alle radici, priva di vincoli inibitoria cantata col cuore e suonata in modo sciolto.
Way Down Texas Way è una tipica ballata texana: il suo motivo di tondo ci sembra già ascoltato mille volte, ma il fascino rimane intatto. Chiude
She Can Dance: si tratta di un folk-country spedito e leggero, dotato anche questo di una bella melodia, accattivante e suonato con il cuore. Le voci che si sovrappongono, il dobro di Eddy, tutto contribuisce ad arricchire un brano già, di per sé stesso, coinvolgente.
Un bel ritorno ad atmosfere più consone, con un disco di grande spessore per un musicista che raramente ha tradito.