PETER BRUNTNELL (Normal for Bridgwater)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Se i dischi venissero classificati in base alle copertine, nell'assurditą del gesto, i tenui colori pastello di Normal for Bridgwater, il nuovo lavoro di Peter Bruntnell, collocherebbero il ed in questione nella categoria new age o al limite nel folk, posizione che risulterebbe in netto contrasto con la musica a tinte forti contenuta nell'album. Bruntnell č inglese, ma non vi č nulla nella sua musica che possa anche lontanamente ricordare la terra d'Albione: nelle sue vene sembra scorrere sangue a stelle e strisce ed il suo cuore palpita per i cieli tersi e stellati delle praterie, mentre la sua sensibilitą musicale č del tutto affine a quella di centinaia di giovani gruppi, che coniugando la cittą e la campagna, il punk con il country, il sacro ed il profano, la modernitą e la tradizione vengono identificati con il termine alternative country. Bruntnell deve aver amato alla follia il gruppo che ha dato il via a questo movimento, gli Uncle Tupelo, e di conseguenza deve probabilmente stimare anche le creature nate dallo scioglimento di quella band leggendaria, Son Volt e Wilco.
Peter č un solido cantautore dotato di una bella voce dai toni bassi, caldi e profondi, capace di mediare le proprie doti di songwriter con le caustiche chitarre di Farrar e la sensibilitą pop di Tweedy: il risultato č una raccolta di splendide ballate dal tessuto elettroacustico, in cui sono sapientemente amalgamati country, folk, rock e musica delle radici. Il filo diretto che collega Normal for Bridgwater ai creatori del no depression sound, č costituito dalla presenza di Dave Boquist ed Eric Heywood, rispettivamente violinista e steel guitarist della formazione di Farrar.
La voce e la chitarra di Bruntnell sono inoltre affiancate da Michael Clews alla batteria, Peter Noone al basso e James Walbourne alle chitarre, banjo ed organo, formando un collettivo di straordinaria efficacia e bravura. Apre il disco Handful of stars, una ballata cantautorale pulita ed elegante, in cui l'acustica costruisce un tappeto d'accordi, sul quale si innestano i precisi interventi delle chitarre elettriche, che danno colore al brano.
You won't find me e Shot from a spring sono country rock elettrici, con chitarre tese ed un ottimo lavoro della lap steel di Heywood, che č protagonista anche di NFB, melodica e distesa nella sua ritmica tipicamente country. In Forgiven e Lay down this curse sembra di sentire le chitarre dei Son Volt: riff taglienti, una batteria possente ed un suono saturo di elettricitą danno vita a due trascinanti brani di roots rock. By the time my head gets to Phoenix vede l'innesto deirhammond accanto alle chitarre, arricchendo la melodia della canzone.
Il legame con la musica tradizionale americana č sottolineato in Cosmea, un bluegrass vivace e rivisitato con gusto, e dalle conclusive Jurassic parking lot che contiene un ottimo solo di armonica, How you are e Outlaw, country folk ballads che con violino, banjo e chitarre acustiche richiamano direttamente le radici. Normal for bridgwater č un bel disco, che chi ama i cantautori, ma anche chi ha apprezzato Wide swing tremolo dei Son Volt, troverą molto vicino alla propria sensibilitą.