BILLY TULSA & THE PSYCHO CRAWDADS (Tennessee Rain)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Billy Tulsa & the Pyscho Crawdads sono una moderna band country rock. Combinano il suono classico di una Telecaster stile Bakersfield, reso celebre da Buck Owens e Merle Haggard, con quello più tradizionale, tipico di Ernest Tubb o Faron Young. Non disdegnano di occhieggiare ai fuorilegge Waylon & Willie, ma la loro presenza sul palco è potente quanto la band di Dwight Yoakam o gli splendidi Mavericks.
Proprio al suono totale dei Mavericks si rifanno Billy Tulsa and the Psycho Crawdads. La band è formata da Nelson Blanton, chitarra solista, John Michael Knowles, voce solista e chitarra acustica, Lewell Price, basso, Anthony Radford, batteria. Un suono maschio, potente, con una voce intensa e forte: il resto lo fanno le canzoni. Grintose, tra rock e country, nobilitate da una produzione adulta. Potrebbero tranquillamente aprire per Dwight o i Mavericks, tanto sono bravi.
Il disco, è il loro esordio, mostra maturità ed un forte senso della costruzione melodica: l'uso della voce è dentro alla musica e la chitarra, ben sostenuta da una ritmica possente, tira fendenti nell'aria, doppiata spesso da una steel guitar fluidissima.
Non per nulla nell'album suonano, come ospiti, alcuni musicisti della band di Dwight Yoakam: Scott Joss, Skip Edwards e Marty Ripkin. Sono assieme da poco più di un anno ma mostrano una sicurezza ed una tale padronanza da lasciare di stucco anche un ascoltatore esperto. Le canzoni. Tennesse Rain, vibrante e vitale, grande country song. You Drive me Crazy, puro yoakam sound. You Lied, country scatenato, con la chitarra in decisa evidenza. Crazy, grintoso country blues, suonato con ardore. American Girls: ballata di hard country che la voce di Knowles rende alla perfezione.
Separate Lives: lentaccio nella miglior tradizione di Dwight, con la voce che si avvicina a quella della country star ed un suono volutamente nostalgico. Where Are You Now: puro Bakersfield country. Yo Te Quiero: un tocco di Messico non guasta. Canzone romantica, accarezzata da una bella firsarmonica e cantata in spagnolo. The Border: inizio alla Johnny Cash per una composizione intensa che esce un po’ dagli schemi della band. Chiusura con il lento Going Home Alone che richiama volutamente le ballate anni cinquanta alla Elvis Presley. Produzione, incisione e confezione degne di una major.