WHY STORE (Live at Midnight)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Si sa che una delle caratteristiche principali delle jam bands è la grande differenza tra i dischi in studio e quelli dal vivo. Infatti, se un brano inciso tra quattro mura deve giocoforza stare entro certi limiti temporali (di solito tra i tre e i cinque minuti), lo stesso brano riproposto on stage può durare anche mezz'ora, con continue improvvisazioni e cambi di tempo: è il caso dei mitici Grateful Dead e, più recentemente, dei Phish, tanto per fare due nomi a noi cari. È il caso anche degli Why Store, band dell'Indiana da noi scoperta tre anni fa grazie al loro esordio omonimo.
Il quintetto (Chris Shaffer, leader del gruppo, Michael Smith Greg Gardner, Jeff Pedersen, e Charlie Bushor) dal vivo è un treno in corsa, e lo dimostra questo live monumentale (due CD, circa due ore e mezza di musica) dal titolo Live at midnight. I Why Store sono una band eclettica, passano con disinvoltura dal rock più aggressivo alla pischedelia, al country, al folk, alla jam pura; hanno un suono potente, sono creativi e Shaffer è un leader con il giusto carisma. Non è un disco facile, è molto lungo, ha una valanga di suoni, ma in certi tratti è irresistibile.
Si inizia subito in maniera potente con Let you in: chitarra wahwah, ritmo acceso, voce profonda; un quarto d'ora di puro rock hendrixiano ad alto tasso elettrico, senza sbavature, con notevoli interventi di organo. Everybody e Tell ya why sono due gradevoli brani pop-rock (ottimi il cambio di tempo nella seconda), Weeping è una rock track molto classica, introdotta da una vivace armonica e con assoli a raffica. La breve good to me è un'oasi rilassata, una bella ballata elettroacustica; il medley Fade away/Still inside of you è un'altra cavalcata elettrica ampiamente dilatata, con un intermezzo psichedelico in puro Dead-style.
Con Lack of water si cambia totalmente registro: si tratta di un brano solare, quasi country rock, molto godibile. La tenue Reality, apre il secondo Cd, seguita dalla splendida Manie man, ballata intensa e fiera, dall'andamento quasi western. Broken glass, elettrica e tesa allo spasimo, contrasta con la quasi bucolica So sad; la vivace When you're high e la lunga (più di sedici minuti) Sleepy train, altro tour de force per Shaffer e soci (sentite il piano), chiudono il doppio CD. Un disco tonificante, da prendere a piccole dosi ma da gustare fino in fondo. Per gli amanti del jam sound e della musica suonata con la testa.