JIM LAUDERDALE & RALF STANLEY (I Feel Like Singing Today)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Ralph Stanley, il leggendario banjoista bluegrass di Dickerson County, Virginia, meglio conosciuto come The king of mountain soul, sulla breccia da quasi cinquantanni e Jim Lauderdale, l'apprezzato e valido songwriter di area new country di Statesville, North Carolina, membro anche dei Rolling Creepdippers, da cui aspettiamo con ansia un disco dopo la strepitosa prova dimostrata con In my Hours of Darkness nel recente tributo dedicato dalla Almo a Gram Parsons, hanno unito le loro forze e realizzato un'ottimo disco di traditional Bluegrass, di Appalachian hillbilly music per la felicità degli appassionati. Stavolta hanno pensato di andare oltre, di tentare un'avventura completa, intera, che ricalca l'ottimo lavoro realizzato lo scorso anno da Steve Earle con la band di Del McCoury, The Mountain.
Il disco è chiaramente rivolto agli appassionati del Sound dell'erba blue, perché lo stile è rigorosamente tradizionale e consente ben poche influenze esterne. Jim tuttavia è personaggio tale da meritare l'attenzione anche solo per se stesso perfino di chi non frequenta questo mondo abitualmente perché lo ritiene troppo angusto e rigido.
La raccolta, che contiene tredici tracce, è fatta soprattutto di brani originali di Jim, classici della tradizione e vecchi favorites, affidati quasi tutti alla voce di Jim. Splendida è la title track, I Feel Like Singing Today, travolgente partenza costruita su di un incalzante ritmo strumentale che non lascia respiro. Invitante Fly, Lovebird Fly un lento motivo dalla delicata melodia che poggia su solide basi corali, strepitosa l'interpretazione a cappella di Ralph della gospel song scritta da Jim Like Him, impeccabile, come da manuale la presentazione di I whish today could be tomorrow, spavalda l'esecuzione di Highway through my home.
Bella la cover di un classico testo di Jack e Jim Anglin What About You, proposta con l'enfasi e la sicurezza necessaria, bene fiddle e acoustic guitar nell'occasione. Superbo e reso a più voci il public domain This world is not my home, altro gospel che conta sui begli spunti di chitarra acustica e violino. Inevitabile l'inserimento di un paio di brani di Carter Stanley, il defunto fratello di Ralph: Harbor of love, sempre apprezzabile grazie alla sua stimolante atmosfera di montagna, Who will sing for me, un gran bel pezzo che conta su di un ritornello che non tradisce mai. Particolare l'inserimento di due nuovi motivi composti da Jim con il lyricist dei Grateful Dead Robert Hunter, Joy, Joy, Joy, dal tema in perfetta sintonia col titolo e I will wait for you, una love song dalla gradevole andatura, proposta in rigorosa chiave bluegrass.