TEDDY MORGAN & THE PISTOLAS (Lost Love and Highways)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Basterebbe la copertina per convincersi che Teddy Morgan e le sue Pistolas sono sulla strada giusta. Con una grafica ed una foto seppiata di elegante stile western questo trio texano (ma il disco è stato realizzato nel Minnesota) non fa mistero di quale sia la musica imparata dall'epopea rock americana. Il chitarrista e cantante Teddy Morgan, il bassita Jon Penner ed il batterista Chris Hunter sono dei veri fuorilegge considerati gli sceriffi che dominano la scena musicale attuale.
Ai margini di quello che viene oggi spacciato per rock, supportati da una label intelligente e coraggiosa quale la Hightone, i tre cavalcano in terre libere e romantiche dove la legge è un country-swamp-rock'n'roll vitale e pimpante che ha come legislatori i Blasters, gli Havalinas di High Hopes, gli immancabili Creedence, Chuck Berry e Hank Williams anche se più dei maestri vale la vicinanza di un chitarrista oscuro e periferico come Bo Ramsey e di una etichetta nel cui backstage c'è costantemente Dave Alvin. È proprio Bo Ramsey, chitarrista di Greg Brown e autore di alcuni interessanti dischi solisti, a sostenere l'esordio di Teddy Morgan e le Pistolas, producendo il disco ed esaltando il suono crudo e boogie di una band che è poco alternative country e molto true rockers.
Vecchie Telecaster, Gibson anni '50, una sezione ritmica secca e concisa, canzoni piuttosto semplici ma efficaci, testi che si possono sintetizzare nella spiccia filosofia dettata dal titolo, Lost Love and Highways, Morgan e soci sono qui a rallegrarci con una nuova serata di musica vera e genuina, di quelle che rimettono in sesto Tumore e non fanno pentire dei soldi spesi.
Perché le undici canzoni di Lost Love and Highways sono quello che è un roadhouse quando in pista c'è una band con la freschezza della gioventù ed il senso del blues, una band che non mette barriere tra Hank Williams (di cui rivedono Jambalaya sotto le mentite spoglie di Nothing To Go Back To), Elvis Presley e Chuck Berry. Puro rock n'roll americano, onesto e ritmato, suonato con chitarre di tutto rispetto tra un aggiornamento di rockabilly {Bullet from A Gun), le velocità blasters di With You Were Mine, uno svaccato bluesaccio da post sbronza (Ain't Waitin No More) e quel modo di suonare rock'n'roll da strade minori tipico di band come i Bottlerockets, i Go To Blazes, Blind Otis and The Highways, i Paladins, Arthur Dodge and Horsefeathers.
Tutta gente che canta le highways, le macchine, i bar con le luci al neon, gli amori perduti, il ricordo degli anni '50. Una specie di beat generation povera e rock che al sax ha sostituito la Telecaster. Band dal suono schietto e grezzo, non privo di tenerezze (One More Night) e di buona tecnica musicale. Potenti anche, quando alzano il tiro e trattano Run Down Shacks come una scorribanda da Fandango o antemici quando celebrano una loro musa, una '59 Cadillac, entrando con la chitarra acustica e poi esplodendo con la magra e tesa elettricità degli outsiders. Amore perduto e autostrade. La filosofia loser ha partorito un nuovo road movie. Non è il migliore che sia stato fatto ma prendete il biglietto e entrate.