Martin Kennedy, in arte
Bap, classe 1962, da buon irlandese quale è, ha sempre amato la musica d'oltreoceano. Anzi è un sostenitore cocciuto del fatto che la musica country sia stata inventata dagli irlandesi. Così lui si prende quello che gli spetta e regala ai suoi fans un disco di pura musica country. Il passato come leader degli
Energy Orchard è ormai un pallido ricordo.
Questo
Bap Kennedy è quello che lo scorso anno ci ha regalato l'eccellente
Domestic Blues, edito dall'etichetta di Steve Earle, la E2 Squared. Ma la storia, malgrado quanto asserisce Bap, racconta che il colpo di fulmine per la musica country il nostro lo ha avuto quando ha incontrato, all'inizio degli anni novanta,
Steve Earle a Londra. Poi Steve è caduto in disgrazia e gli Orchards si sono disfatti. Quando il texano è rinato, pubblicando lo splendido
Train a Comin', Kennedy ha capito che quella era la sua via ed messo tutto in valigia ed è partito per gli States. Nel '96 ha registrato
Domestic Blues, ma poi, per i soliti problemi con le majors discografiche, l'album ha dovuto attendere sino al 1998 per essere pubblicato.
I musicisti che suonano nel debutto americano di Bap sono gli stessi che appaiono in
Train a Comin':
Peter Rowan, Steve Earle, Roy Huskey Jr, Jerry Douglas, mentre al posto di Norman c'è
Nancy Blake. Il disco, molto bene accolto dalla critica, non ha portato però eccessiva fortuna a Bap, che è tornato in patria. Ma non ha perso la voglia di fare musica e, sopratutto, di suonare del country. Ecco quindi il suo nuovo album, dal titiolo esplicativo (
Hillbilly Shakespeare: due mondi a confronto), dove il nostro si è dedicato in toto alla riscoperta delle canzoni di
Hank Williams Sr.. Undici canzoni, undici brani epocali, che Bap rifà con modestia e grande amore per la materia. Non c'è voglia di emulare il grande countryman americano, ma piuttosto il forte desiderio di diffondere la sua musica, di rileggere, con sonorità attuali, canzoni che il tempo non ha minimamente scalfito.
Bap porta a termine un atto d'amore e lo fa contornandosi con musicisti inglesi: ci sono nomi noti come quelli di James Hunter e BJ Cole, steel guitar di prima grandezza in Inghilterra, ed altri meno noti come
Paul Guerin, Jason Wilson, Kieran Kielty, Peter Dean, Mark Mitchell, Martin Smith e Keith Weir. Il suono è decisamente yankee, il modo di cantare meno. L'approccio di Bap è dolce, pacato, morbido: le ballate di Williams vengono rilette in modo personale, con l'honky tonk che si sfoglia in un suono fluido e molto scorrevole.
Undici canzoni, undici classici, con
Lost Highway, Honky Tonk Blues, Mansion on The Hill, Angel of Death, Your Cheatin' Heart ed I Saw the Light sugli scudi. Bentornato Bap.