Un altro disco dal vivo, postumo, per il grande cantautore texano. Un disco voce e chitarra, registrato nel corso dei suoi più recenti concerti europei, tra il '94 ed il '96. Un album che, pur essendo già sentito (nel senso che questo è l'ennesimo disco acustico dal vivo), continua ad emozionare nel profondo. E non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta di un grande artista. Townes era un artista vero e le sue canzoni erano poesie messe in musica, poesie che raccontavano di storie tristi, di strade periferiche, di locali sperduti nel deserto, di notti insonni, di ubriacature e di amori senza fortuna.
Townes era un perdente nato, la sua vita lo sta a dimostrare: ma la sua musica aveva una particolarità rara, sapeva toccare il cuore dell'ascoltatore. Il suo amore per il blues, le sue melodie a cavallo tra folk e country, la sua immensa tristezza, hanno contribuito a costruire la sua leggenda: il resto lo hanno fatto le sue canzoni. Townes aveva uno stile suo, rafforzato dalla voce distaccata e laconica, e dalle sventagliate che le sue mani facevano sulla chitarra: una voce nella notte, una voce solitària, talvolta triste, altre volte disperata. Van Zandt ha saputo rendere alla perfezione la condizioni dell'uomo solo, dell'uomo sconfitto dalla vita, che però ha sempre saputo mantenere la propria dignità.
In Pain fa scorrere cinquanta minuti di musica,dove riaffiorano brani noti e meno noti. Iniziando dalla dolce
No Deeper Blues (Katie Belle Blues), splendido country blues, scritto negli ultimi anni di vita, che ha segnato il suo più recente disco di studio (
No Deeper Blue): il lavoro di chitarra è splendido e la voce persino calda.
Buckskin Stallion Blues è un blues rarefatto, venato di folk e tristezza, molto tipico per il nostro.
Loretta è una delle mie preferite di sempre, pur essendo una canzone minore: questa versione, introdotta da un lungo arpeggio di chitarra, mette in luce la vena triste del brano, stemperato su liriche toccanti.
Snowin' on Raton è più folk: bella ballata dalle parole molto profonde, racconta di un amore triste. La voce di Townes è intensa e riesce a narrare alla perfezione la storia.
Nothin', poco conosciuta, inizia con un bell'arpeggio che lascia ampio spazio alla chitarra: altra storia di spiriti tristi e anime perse.
Gone Too Long è un classico country blues sullo stile di Mississippi John Hurt, mentre
To Live's To Fly rimane una delle sue canzoni più belle.
Profonda e toccante unisce testo e melodia in un racconto struggente che, in qualunque modo venga interpretata, riesce a coinvolgere sempre l'ascoltatore. Anche
Highway Kind è nota, ma non è tra le mie preferite: il velo di tristezza è sempre profondo, ma manca di quelle intuizioni che hanno, per contro, reso grande il brano precedente.
Mr Mudd & Mr Gold, molto nota, viene rifatta spesso da diversi estimatori di Van Zandt, ed è una storia raccontata con il piglio del folksinger, che è poi quello che il nostro è sempre stato. Sempre lavorando di fino alla chitarra attacca
Lover's Lullaby, ennesima ballata dal fondo malinconico ma dal tessuto melodico intenso: anche questa, pur non essendo notissima, è una delle grandi canzoni del Texano.
Come anche
White Freight Liner Blues. Puro country blues, ha lo spirito dei miglior talkin' folk e la vena intensa delle storie reali: è uno dei più' amati della produzione di Townes.
Rex's Blues viene rifatto molto spesso da Steve Earle: anche questa è un classico e basta metterla nel lettore per capire il perché. Chiudono il CD tre covers.
Stepping off Place: si tratta di un country blues nello stile che ha reso celebre
Mississippi John Hurt: splendido, a dire poco.
Alone & Forsaken, oscuro brano di
Hank Williams padre e il blues
You Gotta Move di
Fred Mc Dowell.