JOHNNY CASH (Rockabilly Blues)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Ristampa di un disco Columbia degli anni ottanta del leggendario singer songwriter country Johnny Cash. Si tratta di Rockabilly blues, pubblicato quasi ventanni fa, che all'epoca ha avuto notevole successo tra gli appassionati. Un disco non di rockabilly e nemmeno di blues, come potrebbe far credere il suo titolo, ma eli agile e spigliata musica cantautorale. "L'uomo in nero" fa più l'interprete che il songwriter nell'occasione, essendo le cover a conseguire la maggioranza tra le proposte rilasciate, ma in entrambi i ruoli si manifesta quel grande cantante che è e che conosciamo, con la sua bella voce semibaritonale profonda e ricca, unica, inimitabile.
Tutti i brani raccolti sono presentati nel suo tipico stile che da spazio al ritmo pulsante del basso e predilige il lavoro chitarristico appena accennato. Ecco gli originali: She's a go-er dal ritornello delizioso che s'impara in un attimo, W-o-m-a-n che scorre piacevolmente bene, Cold Lonesome Morning, l'eccezione rock blues, dove Cash mostra segni di inquietudine circa la durata della sua vita e l'armonica va ad occupare lo spazio che è giusto abbia nella circostanza, gestito con particolare sicurezza, Rockabilly Blues, la title track che non potrebbe avere titolo migliore tanto ne è rappresentativa, avvincente e disinvolta.
Le covers scomodano personaggi di chiara fama e interesse. Johnny accosta l'allora genero Nick Lowe nell'ottimo brano Without Love, reso in edizione particolarmente riuscita dalle tonalità romantiche, Steve Goodman e John Prine, gli autori del famosissimo brano dai connotati gospel The Twentieth Century Is Almost Over, scritto nel '77 ed oggi incredibilmente vicino nel tempo, dall'ottimo coro del ritornello e interventi strumentali, in particolare di chitarra elettrica e banjo, davvero felici.
L'eclettico Billy Joe Shaver, il poeta "fuorilegge" laureato, che è interpretato addirittura due volte, nell'accorato racconto di moralità western urbana The cowboy who started the fight e nella lenta ballata che può contare su un distinto accompagnamento di dobro It ain't nothing new babe. Poi ancora Kris Kristofferson, un altro outlaw con cui Johnny avrebbe realizzato poi i dischi degli Highwaymen, agganciato con lo splendido motivo dall'influenza texana The last time, e un altro suo genero di allora, Rodney Crowell cui ha ripreso un pezzo tra i suoi più noti, One way rider, che conta sul supporto di una sezione di fiati e il preziosissimo intervento vocale della seconda moglie June Carter con cui Johnny duetta a meraviglia.