FOUR MILE MULE (Black & White Movie)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Una band tosta, dal suono elettrico e pulsante, in deciso contrasto coi due dischi sopracitati. I Four Mile Mule arrivano dal Texas e sono una band elettrica, con le chitarre in decisa evidenza, ed un suono diretto, di matrice quasi sudista, al servizio di una manciata di canzoni che debbono presentare il conto ai gruppi che hanno forgiato il marchio dell'alternative country: Uncle Tupelo, Son Volt, Bottle Rockets etc. Non esistono da molto, si sono formati alla fine del '98 ed hanno suonato per la prima volta nell'aprile '99. Sono composti da Lou Vargo, voce solista, chitarra acustica, armonica, Kirk Richardson, basso e voce, Tim Manders, batteria e voce, Daniel J Hines, chitarra elettrica ed acustica, lap steel, backing vocals. Rip Rowan suona le tastiere e percussioni aggiunte, ma non fa parte della band. Vargo, che ha anche dalla sua una carriera come solista, ha una buona impostazione vocale e scrive il materiale per la band.
Il suono è rock, venato di radici, molto chitarristico e senza esitazioni. Black & White Movie ha un intro possente: chitarre in gran spolvero e la voce di Vargo sugli scudi. Un brano molto radio friendly, adatto per chi ama il rock senza particolari influenze. Swear Deprivation ha elementi southern alla base del suono, con le chitarre sempre in evidenza ed una ritmica dura come fondo: poi la canzone si apre e diventa una fluida ballata elettrica dai sapori roots.
Lo stesso si può dire per la fresca Black Eyed Jane: sempre chitarre e chitarre, con Vargo in forma ed una buona melodia di fondo. Intrigante la cover (l'unica del disco) di Folsom Prison Blues di Johnny Cash. Tempo veloce, molto più rauca ed elettrica dell'originale, infarcito da elementi rock: un classico del country che non risente dei molti anni che ha sulle spalle. Il gioco tonitruante delle chitarre rende il brano molto personale: una rilettura che fa onore a Vargo e soci.
Killer in The Sun e Two Silver Dollars sono due ballate meno elettriche, entrambe venate di una certa malinconia, senza l'uso accentuato delle chitarre elettriche, che caratterizza gran parte del disco. Un buon lavoro che mette in luce una band interessante.