Non so molto di questo ragazzo, se non che è un esordiente e che è nato, cresciuto, e risiede ancora, nel Wisconsin. Ma, ascoltando il suo disco, sembrerebbe nato, cresciuto, e residente, in Texas. Eppure l'album l'ha inciso a Los Angeles e, ascoltando a fondo, ci sono le radici che hanno creato il suono di uno come
Dwight Yoakam. La produzione è di
Rick Shea, autore dell'ottimo
Sawbones e da lungo tempo partner di
Dave Alvin, mentre tra i musicisti coinvolti troviamo gente che ha suonato sia con Dave che con Dwight: David Jackson, Don Heffington, lo stesso Shea, Wyman Reese.
Chris ha una voce ben impostata, scrive bene, ed il disco si ascolta da cima a fondo senza tentennamenti. Ballate country, brani folk rock, reminiscenze del country cosmico di
Gram Parsons.
Chris Richards sa come distribuire le emozioni, dosa i suoni molto bene e costruisce canzoni che rimangono impresse. Ma va anche oltre, infatti
Jam The Breeze non sembra il lavoro di un esordiente, bensì l'opera di un musicista rodato, pieno di esperienza, che sa dove vuole arrivare. Shea ha lavorato bene ed ha dato al disco un suono che sta a metà tra il country verace di Yoakam ed il rock urbano di Alvin: una commistione elettroacustica di indubbia presa.
Jam The Breeze apre benissimo: buon ritmo, un chitarrone alla Duane Eddy a gestire il suono, e la ballata scivola che è un piacere tra intuizioni country e sterzate rock.
Why Arizona è più riflessiva, personale, interiore: la voce di Chris modula la melodia su sé stesso e lascia fuori uscire gli strumenti in modo morbido e continuo.
Tijuana Lullaby mischia California del sud, Messico e nostalgia e regala momenti di grande intensità attraverso una canzone molto dolce, impreziosita dalla voce di Clare Muldaur e dalla fisarmonica di David Jackson. Anche
Prairie Smoke contribuisce con la sua gentile struttura a tenere alto il livello del disco, mentre
Someone Else's Blues è un solido brano country che potrebbe benissimo stare in un disco di Yoakam.
Madison si riallaccia a
Prairie Smoke, ma poi la steel lancia in modo toccante la country ballad
She Once Lived Here che Merle Haggard voleva fare sua (e questa non me la sono inventata io, è stato il vecchio Merle a dirlo in una intervista) è California country al suo meglio.
Heaven and Earth è cantautorale e per nulla country, ma l'intensa
Come Down e la flessuosa
The Night Is Young danno il là definitivo ad un disco bello, ben suonato e cantato con trasporto.