Un suono muscolare, potente e grintoso, un suono che noi italiani conosciamo molto, visto quanto ha suonato, negli ultimi anni, il texano
Joe Ely nella nostra penisola. Ma, a casa sua, Joe diventa ancora più potente, anche perché la band, rispetto a quella che abbiamo visto dalle nostre parti, è più solida e con un paio di musicisti in più, che fanno la differenza. Ely è circondato da un nucleo di amici:
Jesse "Guitar (& a Beer)" Taylor, Teye, Rafel O' Malley Gayol (batteria),
Gary Herman (basso) con l'aggiunta di
Lloyd Maines (steel guitar) e
Joel Guzman (accordion). Come si può osservare, oltre alla classica line up doppia chitarra, bassobatteria e flamenco guitar, ci sono in più la steel di Maines e la fisarmonica di Guzman.
Il suono è potente, pieno di adrenalina, e sta giusto a metà tra rock e radici. Suonato con molta forza ed un carattere notevole, questo è senza dubbio il disco dal vivo migliore di Joe Ely, superiore sia a
Live at Liberty Lunch che a
Live Shots. Più di settanta minuti di Texas music suonata a cento allora con continui assoli ed un carattere che il nostro ha sempre mostrato nelle sue esibizioni sul palco. Il repertorio varia tra passato e presente, ma con un occhio particolare agli ultimi lavori, sopratutto allo straordinario
Letter To Laredo, uno dei dischi più belli degli anni novanta. Registrato nel leggendario Antone's, uno dei locali storici di Austi n, dove Ely gioca in casa, l'album ha un suono vitale ed esuberante e la scelta delle canzoni è pressoché perfetta.
La muscolarità del suono non va a discapito delle canzoni ma le carica di una vitalità fuori dalla norma, quella vitalità che Ely è solito mostrare nelle serate in cui è in stato di grazia. E questa è una di quelle serate.
The Road Goes On Forever è carica e potente: la voce, bella e piena, domina un brano carico di chitarre, che ha una base ritmica potente (molto bravo il nuovo batterista O'Malley Gayol, che sostituisce il compianto Donald Lindley). La melodia irruente scivola per oltre cinque minuti, con Jesse Taylor che lancia strali nell'aria. Ambasciatore della musica texana, Ely è uno di quei musicisti che non si sono mai piegati alle leggi dello show biz, ed oggi, a 53 anni, è più orgoglioso che mai.
All Just To Get To You mantiene vivo il suono fiero ed indomito del nostro, grazie ad una performance potente, in cui basso batteria e chitarra danno il meglio.
Gallo Del Cielo (scritta da
Tom Russell) ha in questa esecuzione la sua versione definitiva. Teye tesse la sua tela flamenco e la ballata messicaneggiante si libra nell'aria, con la sua melodia intensa in cui si incrociano suoni e culture diverse. Una ballata epica, cantata con voce stentorea e suonata con una partecipazione notevole dalla band. Attendista all'inizio, con Joe che duetta con Teje, quando entra la band cresce, aumentando la sua valenza epica e dando ampio spazio alla struggente melodia. L'onestà adamantina del personaggio e la sua vitalità sono ancora intatte, dopo più di venticinque anni on the road: e non è da tutti continuare a credere nella propria musica, malgrado i contrasti con le case discografiche e le difficoltà nel trovare un mercato per una musica che non si è mai abbassata alle leggi che lo controllano. Versione epocale.
Anche
Ranches and Rivers è una ballata entrata nel gotha della musica texana. Evocativa, porta alla nostra memoria fiumi e praterie, ranches e cavalli, la vita libera all'aria aperta. Questa nuova esecuzione, abbellita dalla fluida fisarmonica di
Joel Guzman (leader degli
Aztex) è potente: quando entra la band la melodia assume un train inarrestabile che sposta il suo asse tra Texas e Mexico in un turbinio di suoni e colori.
Workin' For The Man ci riporta coi piedi per terra. Un suono ruvido, con la fisa di Guzman che si fa sentire, ma la chitarra di Taylor la sovrasta e la canzone, un rock duro ed annerito, urla la sua melodia nella calda serata texana.
Me & Billy the Kid è da anni uno standard nei concerti di Joe: bella versione, dura e vibrante, con la band che lo segue compatta e vigorosa, mentre la voce, in forma smagliante, racconta uno storia vecchia quanto le leggende del West.
Up on the Ridge, tratta da
Twistin' In The Wind, era una com posizione costruita per essere suonata dal vivo: la chitarra di Teye la presenta, poi la canzone si apre lentamente mentre joe canta con voce spiegata. Abbiamo atteso a lungo questo disco dal vivo, ma ne valeva la pena: pura muscia texana, suonata con il cuore per gente che ascolta con il cuore.
Rock Salt & Nails allenta le tensioni: lenta, coinvolgente, quasi a tempo di valzer, è una ballatona di frontiera, ricamata dalla steel di Maines e giocata sulla voce e sulla forza della sezione ritmica. Ballata evocativa, ha i sapori del West e gli umori del Texas ed è tipica nel repertorio del nostro texano favorito.
Nacho Mama è costuita per le evoluzioni della fisarmonica di Guzman (presente anche nella versione di studio): tempo carico, voce potente, fisa sugli scudi, Nacho Marna è un divertimento di stile tex mex, ma il suono è verace e la melodia scorre in modo diretto.
Dallas (di
Jimmie Dale Gilmore) è arcinota e Joe se la porta dietro da molto tempo, sin dalla fine degli anni settanta.
La ha suonata centinaia di volte ed ogni volta è sempre un'emozione.
Did You Ever See Dallas from a DC 9 at Night? così recitano le parole di questa ballata, tra rock e country, che ha il marchio indelebile del Texas nei suoi cromosomi.
1000 Miles From Home rimane una delle più struggenti, profonde, amare ed evocative composizioni del nostro. Racconta della lontananza da casa, della nostalgia, della solitudine. Dal vivo ha sempre reso benissimo e questa nuova versione tocca le corde più profonde, grazie ad una interpretazione da manuale. Teye fa da perfetto sparring partner alla voce tesa ed espressiva di Ely, mentre la band gira lentamente attorno al motivo, che si sviluppa su una melodia splendida e malinconica. Una di quelle canzoni che sono entrate nella nostra memoria e che difficilmente riusciremo a scalzare.
Road Hawg è pura adrenalina, rock 'n' roll allo stato puro.
Tesa, frenetica, veloce, sviluppa la sua melodia con un suono possente, senza un attimo di tregua: un omaggio alla musica dei nostri padri.
Everybody Got Hammered Last Night è un blues tinto di radici: ci sono elementi anni cinquanta nel suono. Se la canzone è un gradino inferiore ad alcune che la hanno preceduta, la performance è talmente intensa che tutto il resto passa in secondo piano.
My Eyes Got Lucky è un altro standard nelle esibizioni live di Joe, con Guzman che dardeggia la sua fisa, basso e batteria che picchiano duro. Chiude il concerto la cover di un classico di
Buddy Holly.
Oh Boy! è suonata con il pepe nel sangue. Veloce, vibrante, mantiene la melodia, ma ha un vigoria ed una train possente, tenuto alto dalla band, con Guzman sempre in evidenza e la voce di Ely che fa l'estremo omaggio al figlio più noto della sua città natale: Lubbock. Grande versione, che esce dagli anni cinquanta per entrare nel nuovo secolo grazie ad un suono possente, con jesse Taylor scatenato.
Un live splendido che conferma Ely animale da palcoscenico, ma anche musicista tosto quanto onesto, legato alla musica della sua terra, mai domo e sempre al servizio di un pubblico fedele ed entusiasta che lo segue da anni, senza perdere un concerto.