SCOTT McCLATCHY (Redemption)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

Scott non è un novellino, è sulla scena da parecchio tempo. Proviene da Philadelphia, dove per un certo periodo ha fatto il band leader nel gruppo The Stand, che è assurto alle cronache nazionali grazie al supporto della stampa locale e di alcune radio. Nel 2000 si è spostato a New York ed ha inciso il suo primo disco come solista, il positivo Blue Moon Revisited, che gli ha fruttato una certa fama e lo ha messo in contatto con musicisti della grande mela, gente d'esperienza come gli ex Del Lords Scott Kempner e Manni Caiati. Blue Moon Revisited ha messo a nudo le radici di Scott, Bruce Springsteen e John Fogerty, ed il suo disco ha circolato parecchio sulle college radio e nei circuiti alternativi. Ad un anno e mezzo di distanza il nostro pubblica il secondo lavoro.
E Redemption è ancora meglio del già lusinghiero esordio. Un disco dal suono brillante, tra folk e rock, irish sound e tipiche Street songs, cantato con voce ben impostata e suonato in modo splendido da un manipolo di musicisti di spessore, tra cui vale la pena di citare Dion, Willie Nile, Scott Kempner. Un disco inatteso che mischia rock anthem, brani epocali (la rilettura di The Weight è splendida) e che ha un suono, tra acustico ed elettrico, decisamente ben impostato. Radio ha il passo della grande rock ballad: inizio perfetto, organo e chitarre, voce tesa, e la canzone che esce orgogliosa lasciando fluire nell'etere una melodia di presa immediata. I'll Follow You sta sempre in un ambito rock urbano, con chitarre ed organo che fanno da base alla voce di Scott.
Anche la seguente Come Sunrise, piuttosto folk ma molto nostalgica anche per l'uso insistito del violino, tiene alto il livello del lavoro. The Weight non ha bisogno di presentazioni. Il brano di The Band è una delle grandi canzoni della storia del rock e la versione di Scott & Friends è pari pari all'originale, ma è suonata con grande gusto. Un omaggio fatto nel migliore dei modi, quasi che Robbie Robertson e amici si fossero riuniti in cielo a suonarla per l'ennesima volta. Non riesco proprio a togliermela di dosso e continuo ad ascoltarla. Grande versione.
Ma il disco prosegue, e con diverse frecce pronte a colpire. Come la lenta, intensa, The Reason, una composizione voce e chitarra che da la misura della bravura di McClatchy. The Legend mischia folk urbano e radici country ed il risultato è una ballata brillante, piena di intuizioni e cantata in modo diretto, con le armonie vocali che la arricchiscono molto. Redemption torna alla struttura elettrica con un intro byrdsiano ed un tessuto folk rock ben costruito.
Late Night Rodeo è più usuale, già sentita, ma tiene ugualmente il passo mentre la tenue Goodnight Bobby conferma le qualità dell'autore. Chiusura in positivo con il rock urbano My Family's Land che ha la forza di uno Springsteen minore, la gradevole Original Sin e la roccata Heaven.
Scott McClatchy, uno da tenere d'occhio.