BELLWETHER (Bellwether)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

La semplicità, l'amore per la musica, le radici, i Byrds, il folk rock ... Oggi come oggi i Bellwether di Eric Luoma sono la miglior band emergente delle twin cities, l'area urbana di Minneapolis e St Paul, come, negli anni ottanta, lo erano i Jayhawks. La band di Gary Louris è finita con tendere la mano alle classifiche, calando paurosamente la qualità della musica negli ultimi due dischi, mentre i Bellwether, seppure solo al secondo lavoro, si mantegono a grande livello.
Bellwether è un disco semplice. Ma appunto in questo fatto sta la sua bellezza, in quanto essere semplici talvolta è molto difficile: ma Luoma e soci lo sanno fare e scrivono canzoni dal piglio fresco, in cui coinvolgono le proprie radici, dai Byrds ai REM, dal folk rock al country rock, dosando in modo sapiente le melodie. Un disco che scorre in un baleno, con dodici brani dalla durata media di 3 minuti l'uno. La musica dei Bellwether è racchiusa nel suono delle chitarre, della ritmica, di un'armonica, con l'aiuto di steel e violino, ma il disco, una volta ascoltato chiede di essere rimesso di continuo sul piatto, a dimostrazione della qualità delle canzoni che lo compongono.
Ho conosciuto Eric lo scorso anno a Minneapolis e, malgrado sia stato con lui solo due giorni, mi ricordo una persona splendida, gentile, dolce, educata: un ragazzo senza grilli per la testa con un solo grande amore, la musica. E questa gentilezza di fondo, si rispecchia pienamente nella musica. L'album contiene dodici ballate ad ampio respiro, in cui ogni canzone ha una melodia ben costruita, giocata su pochi strumenti, sulla voce di Eric mentre, in modo parco ma sempre molto curato, i vari strumenti la affiancano.
8th Street è molto byrdsiana, con le chitarre aperte, la base ritmica sciolta e la voce particolarmente espressiva. Un brano manifesto del suono dei Bellwether, che ascolteremo a lungo in questa estate del nuovo millennio. Una armonica intensa accoglie Second Hand Love: si tratta di una ballata malinconica, un jingle jangle love song. Ottima la voce di Eric, pregevoli gli stacchi di chitarra. South Dakota è più country, ma con forti riminiscenze folk.
La steel viaggia dietro alla voce e la canzone scorre tranquilla e serena, punteggiata anche da un banjo. Walk it Off è più rock: la chitarra è decisa e la voce di Luoma meno suadente. Intro lento, poi il ritmo accellera e Takes a Toll diventa un folk rock classico, mentre Eric cambia un'altra volta il timbro vocale. Too Easy è puro country: un ritmo acceso, la chitarra con un giro veloce e la canzone, gradevole e ben impostata, che scorre in un volo.
Ground Speed è lenta, quasi acustica, piena di atmosfera, evocativa. Just Like That, introdotta dalla chitarra, è ancora un folk rock pulito e diretto, dalla melodia tersa. Shine a Light è introspettiva mentre Overtime lascia fluire la musica in modo caldo, con la chitarra che si affianca alla voce.
Chiudono il disco All on Red, uno speed country giocato sul violino, e The Call, molto introspettiva e profonda. Ascoltate 8th Street e se non verrete immediatamente catturati dalla freschezza del suo suono, girate pure pagina: comunque questa rimane una perfetta three minute song.