SOUTHSIDE JOHNNY & THE ASBURY JUKES (Live! Paradise Theater Phoenix)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Una serie di importanti reperti live sono l'attuale argomento di pubblicazione della Phoenix Media Group. Dopo Spirit e Tubes è adesso il momento di Atlanta Rhythm Section, Molly Hatchet e Southside johnny and The Asbury Jukes, nome legato al giro musicale di Springsteen e del jersey Shore. Cantante dall'ugola negroide, aspra e appassionata, Southside Johnny è cresciuto di fianco al Boss, ha mosso i primi passi su quella boardwalk poi diventata famosa con le canzoni di Bruce e nella sua band, i Jukes, per qualche tempo ha operato a tempo pieno Miami Steve Van Zant prima che questi finisse negli E-Streeters.
Fautore di un soul-rock e di un R&B grasso di fiati e di sudore, Southside Johnny ha impersonificato l'anima nera del Jersey Shore dando vita ad una musica dal forte sapore black influenzata da Sam Cooke e dal sound di casa Stax. Questo Live At The Paradise Theater è il quarto live ufficiale della sua carriera,considerati il Live At The Bottom Line del '76, Reach Up and Touch The Sky e l'unplugged Spittin Fire, e tratta di un concerto tenutosi a Boston il 23 dicembre del 1978. Cronologicamente è quindi uno show antecedente a quello di Reach Up and Touch The Sky ed in pratica si colloca temporalmente a ridosso dei primi tre album incisi da Southside Johnny per la Epic ovvero I Don't Want To Go Home, This Time It's For Real e Heart Of Stone quando nei Jukes alla chitarra ritmica c'era Miami Steve.
In verità questo concerto si pone a cavallo delle incisioni di Southside Johnny con la Epic ed il nuovo contratto con la Mercury annoverando come unico chitarrista il solo Billy Rush perché Little Steven già impegnato nel Darkness Tour con Springsteen. Live! At The Paradise Theater è quindi un live di grande interesse perché oltre a testimoniare di un concerto torrido e sanguigno come pochi, è l'unico documento dal vivo ufficiale e disponibile sul primo periodo del gruppo.
La scaletta è basata sui primi tre album con bella esposizione di Talk To Me, Next To You, e This Time Baby's Gone For Good da Heart Of Stone, la prima scritta da Springsteen e le altre due da Van Zandt, This Time it's For Real, She Got Me Where She Wants e When You Dance e Love On The Wrong Side Of Town della coppia Springsteen/Van Zandt, sono quelle invece prese da This Time It's For Real. Dal primo album per la Epic ovvero il cultish I Don't Want To Go Home del 1976 arriva la title track, firmata anch'essa da Steven Van Zandt ed una portentosa versione di The Fever un brano dall'intrigante sapore jazz-soul scritto da Springsteen ma che nella versione di Southside Johnny ha sempre fatto un figurone, oscurando quella dell'autore.
Sono queste le tracce che sostengono lo show, come già detto un concerto in cui la voce rovente di Southside Johnny si accompagna ad una big band solida, festosa e trascinante che non lesina a trombe, tromboni e sax (su tutti LaBamba) nel tener alta la temperatura della serata e scatenare un rhythm and blues intenso, fatto di canzoni che lasciano il segno e hanno la forza dei classici.
Fuoco e fiamme quindi, nonché lacrime e sudore per un'eccitazione genuina che trova sfogo proprio negli undici minuti di The Fever grandiosa, e nei brani al calor latente dei live di Johnny Lyon alias Southside ovvero Trapped Again, la cover di Having A Party di Sam Cooke (altri nove minuti) e Stagger Lee (nove minuti e tredici). Settantaquattro minuti di concerto, chiuso con due must del rock natalizio, visto che la data è quella del 23 dicembre e gli artisti americani di rado si lasciano sfuggire simile occasione per omaggiare Santa Claus. Santa Claus Is Back In Town e Merry Christmas Baby chiudono in stile la Revue dei Jukes, ricordando a tutti come sulla banchina di Asbury sia proprio Southside Johnny l' anima nera di quel grande sogno rock. Ottima la performance e buona la registrazione, con una leggera sovraesposizione del suono delle trombe.