Hanno preso il nome da una celebre rapina in terra d'Australia, non aspettatevi nulla di "politicamente corretto" da questa band arrivata al terzo album, l'opera delia maturità. Il "rock campagnolo" sembra sublimarsi in sempre più evolute e sofisticate forme espressive che vanno oltre l'asse roots-rock-country. Il gruppo dei fratelli Braun, approdato a Austin in cerca di fortuna musicale da una piccola cittadina dell'Oregon, sembra esprimere al massimo tutto il suo potenziale. Nella musica dei RK traspare, si materializza in compiute canzoni,tutta l'anima dell'americanasound.
La voce solista del cantante chitarrista
Willy Braun si integra con il sound del gruppo, armonizza come mai con le altre voci, il fratello Cody lo supporta al meglio con violino, mandolino, armonica e come seconda voce,
Chris Schelske, basso e voce, e
Jay Nazz, batteria, gli ultimi arrivati, sono ormai parte integrante di un progetto comune, una vera band. Se il ruolo di chitarra solista sulla scena è affidato a
David Abeyta, in
The day troviamo il navigato jon Dee Graham che alza il tasso elettrico con centrate parti solistiche alla chitarra e alla laps-teel. Completano il quadro
Riley Osbourne, organo,
Cyrcus Thiebeaut, Jew Harp, e il co-produttore
Merel Bregante alle percussioni.
Non hanno perso certo la carica e l'entusiasmo dei ragazzi di campagna, ma il termine hickrock, specialmente dopo un album come questo, va stretto ai Reckless Kelly. Austin li ha accettati, ne ha fatto dei beniamini della città (sono stati votati la band più promettente del '98) dopo l'esordio con
Millican, hit da 12.000 copie per la piccola label di Chris Wall. Un album che parlava di whisky, amori perduti, tristezza e cattiva fortuna, tutti i luoghi topici delle country-songs. Il secondo progetto, il cd acustico dal vivo allo Stubb's di Austin, vedeva il risveglio di questi ragazzi dopo l'incontro con la grande città, il mondo insomma, quasi fossero annebbiati dal troppo whisky e il tirar tardi la sera.
Uno sfortunato sogno country dove, in atmosfere fumose e pregne di alcool, tra sogno e realtà, incontrano le grandi bands rock elettriche e tentano una non facile sintesi. Ritornati in studio, si ripropongono come uno dei più interessanti gruppi della scena alternativecountry.
The day ci ripropone la stessa formula dell'album d'esordio con dei musicisti decisamente cresciuti, una produzione che rende compiuto ognuno dei 12 brani. Da
Floodwater in avanti non staccano il piede dall'acceleratore, viaggiano ad alta velocità rock.
Basin butte blues, Come on over e Arizona skies, sembra un songbook di una band West-Coastiana anni '60-'70. Nelle tirate rock-songs dei RK più che venature country-rock o roots, vi sono sonorità jungle jingle, raga, twangin guitars e echi psichedelici arricchiti da armonie vocali degne dei nipoti degli Everlys.
What would you do è la prima ballata country-rock, nostalgico quadro primi anni '70 che porta il Byrds-sound verso quello dei Burritos.
L'organo di Riley Osbourne inizia a farsi sentire anche in
Lonely all the time, i R. K. hanno decelerato; proseguono a velocità di ballads vogliono offrirci preziosismi corali, la pienezza delle melodie di Willy Braun e compagni, la maestosità delle loro country-ballads che hanno la pienezza del rock e la maestosità del soul, Jon Dee Graham è prezioso qui anche con pochi tocchi solisti,
Little mama.
Hard fight to win ci porta a Est, è una solida ballata Bandiana, ancora organo in evidenza con la calda voce solista di Willy e l'armonica di Cody.
Walk out now e Torn up ci riportano a un puro guitar-rock sound, immediato diretto, pulsante. I loro mentori, qui, non sono più Earle & co., ma le bands rock dei sixties. In
Crazy Eddie's last hurrah tornano a coniugare elettrico ed acustico, mandolino in evidenza con le belle parti corali con una veloce ballata dagli echi folk Anglo-Irish. Chiude
Alice white, blues-rock duro e tirato, con un sempre centrato Willy Braun, qui in veste di cantantearmonicista, che dimostra l'eclettismo di una band che, oltre ad esser cresciuta ed approdata alla completa maturità espressiva e creativa, trova singolari equilibri espressivi elettro-acustici.
I
Reckless Kelly sembrano sempre più rockoriented, ma hanno un grande senso della melodia, della consapevolezza delle loro origini country e roots, concretizzate dalla presenza di
Cody Braun, bravo nell'incastonare il violino, ma anche mandolino e armonica, in questo contesto e trovarvi adeguati bilanciamenti, brillanti soluzioni strumentali. La strada da Bend, Oregon, e il mondo passano da Austin, non da Seattle. E più lunga, meno battuta e facilmente percorribile, ma è quella che porta al rock d'autore. L'averla iniziata è già una dichiarazione d'intenti,
The day ne è un'importante tappa. Seguiteli!