ROGER CREAGER (I Got the Guns)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  31/01/2004
    

Anche dietro a questa seconda prova del texano Roger Creager c'è la mano sicura di Lloyd Maines. Con il tipico Mida's Touch che lo ha reso celebre in tutta America, Lloyd costruisce l'ennesimo capolavoro della sua carriera di produttore. Penso che Lloyd produca un disco alla settimana, ma, credetemi, è raro che sbagli un colpo. I Got The Guns conferma quanto avevamo scritto su Roger in occasione del suo disco d'esordio, Having Fun All Wrong ('98) Voce piena, strumentazione diretta e pulita, belle canzoni, solide e ben costruite.
Basta ascoltare l'intro di Storybook, il brano che da il via al disco, per rendersene conto. Ritmo deciso, una bella armonica dietro alla voce, e la sicurezza di Creager, cantante e compositore di indubbio valore. Roger fa parte del new breed del country texano, quel movimento che ci ha permesso di scoprire gente come Owen Temple, Pat Green, Adam Carroll, Cory Morrow, solo per citare alcuni, ma ci sono anche Jack Ingram, i fratelli Robison, Todd Snider e molto altri. Il disco sta in mezzo al country classico mischiato a forti dosi di rock, un suono che il new breed sta proponendo da tempo. Partecipano al disco musicisti di vaglia come Paul Pearcy, Lloyd Maines, Richard Bowden, Brendon Anthony, Scott Owen, Joel Guzman, Riley Osbourn, gente che suona nei dischi di Willie Nelson,Joe Ely e di altri maestri della local scene di Austin. Roger è un self made musician che, abbandonata la carriera di programmatore, ha deciso di optare per la sua primaria passione: la musica.
E noi gli siamo grati di questa scelta, la musica ha bisogno di talenti come il suo. Voce sicura, compositore solido, Creager ha la fortuna di lavorare al fianco di Maines. che ha saputo cucirgli addosso un suono classico e moderno al tempo stesso. Se Storybook mostra una decisa fattura rock 'n'country, Mother's A Redneck, Too e la seguente What's a Lonely Girl To Do sono due composizioni di stampo, più tradizionale, quasi swing la prima, lenta e malinconica la seconda. Ma il disco ha ritmo, come dimostra l'elettrica I Got The Guns, che mischia rock e country sullo stile di Chris LeDoux: Roger ha una voce simile a quella del cowboy del Wyoming, ha lo stesso approccio forte, e la canzone va via spedita come una pallottola.
Rancho Grande è la rilettura in chiave tex mex di un classico della canzone messicana. Con la fisarmonica dello specialista Joel Guzman dietro alla sua voce. Creager reinventa la canzone (e duetta con il padre William), gli da ritmo, e mischia sagacemente due culture. Sapida e dirompente, Rancho Grande conferma la bravura di Roger, anche in un territorio musicale che non è il suo. The Day You Went Away rallenta la tensione e lascia fluire una dolce ballata notturna, sfiorata dalla steel, suonata in punta di dita: le bella voce dell'autore fa il resto.
A Feeling I Get è più folk, con un violino aguzzo che segue la melodia, mentre Things Look Good Around Here è robusta ed elettrica, un country rock solido ben servito dalla strumentazione che Lloyd Maines ha preparato. La nostalgica, Should've Learned By Now, ennesimo banco di prova per la sua voce, l'espressiva Love, canzone d'amore dal suono molto elettrico e Goodbye, altro brano lento, chiudono un disco molto riuscito.