Southside Johnny, Johnny Lyon all'anagrafe, è fuori dal giro da parecchio (non fa dischi in studio da
Better Days, inizio anni novanta). Per un musicista del suo calibro (e nella sua situazione ce ne sono tantissimi, più o meno famosi) è meglio fare dischi autoprodotti ed autodistribuiti, piuttosto che andare sotto contratto con una major.
Infatti questo nuovo album,
Messin' With The Blues, è un disco indipendente a tutti gli effetti. Johnny ha riunito gli amati Jukes che, per l'occasione, si presentano con una formazione folta:
Bobby Bandiera, chitarra,
Chucki Burke, batteria,
Garry Tallent, basso,
Jeff Kazee, pianoforte,
Joey Stann, sax tenore,
Richard "La Bamba" Rosenberg, trombone,
Ed Manion, sax alto e baritono,
Chris Anderson e Mark Pender, tromba. Ed il disco, 13 canzoni per quarantacinque minuti, è solido e sudato: il blues è il centro motore dell'album, un blues notturno, elettrico, intenso. Johnny ed i suoi jukes non suonavano così convincenti da vari anni.
L'album contiene brani di Johnny ed alcune covers d'autore. Il suono è incisivo, la registrazione tesa ad evidenziare l'anima nera della musica, ed il risultato è un album di sostanza che si può affiancare alle opere migliori dell'artista americano, vale a dire i primi tre dischi.
Gin Soaked Boy è una composizione poco nota di
Tom Waits (con il disco di Hammond questo è un ulteriore aggancio della musica di Tom con il blues). La puntina cala sul... CD ed un suono caldo avvolge all'improvviso: la voce di Johnny è carica, la band suona in modo tosto, con il piano di Kazee che sta sul pezzo, mentre la canzone svolge il suo tema melodico a base di fumo e bourbon. Bell'inizio.
Living with the Blues è un classico slow blues (alla BB King, ma la canzone è di Johnny): fiati caldi, tempo lento, tipico giro armonico. Un esercizio di stile, suonato però con calore (notevole l'uso dei fiati).
Rhumba & Coke (di Johnny) richiama le atmosfere New Orleans di
Professor Longhair, sopratutto per il lavoro pianistico di Kazee, mentre l'armonica (Johnny) ed i fiati accarezzano la canzone: tempo acceso, molto movimento, ed il blues del Sud lascia uscire i suoi sapori.
Sinful (Tallent & Henry Gross) è l'ennesima variazione sul tema blues: train tipico, Chicago Blues style, armonica ancora in primo piano, il resto lo fanno il feeling del leader ed il calore della band.
Messin' Around with the Blues è un classico (lo facevano sia
Memphis Slim che
Junior Wells) ed i ragazzi del New Jersey lo suonano in modo assolutamente classico: piano che spazzola la melodia, fiati avvolgenti, ritmo lento, voce sofferta. Amore e mestiere, calore e sudore.
Tell 'em I'm Broke (di Johnny) è un omaggio ai sixties, ai brani allegri e pieni di vitalità che riempivano le classifiche in quel periodo.
Un motivo molto orecchiabile, un suono pieno e vitale, una esecuzione formidabile per calore e passionalità.
Satan's Shoes (ancora di Johnny) è più notturno, c'è l'ombra di Waits in questo blues parlato, obliquo, rarefatto, con la fisarmonica di Steve Conn che da un tocco di Louisiana ad una composizione a metà tra i sapori del sud e la solitudine della notte nelle grandi città.
Cadillac Jack è una interessante rilettura, in chiave barrelhouse blues, di una canzone di
Kevin Gordon: brevissima, ma d'effetto.
Looks Like Rain riporta il rock nel disco: la composizione (sempre di Johnny) è ritmata, accesa, flatistica, calibrata e diretta.
River's Invitation (di
Percy Mayfield) è rifatta con vigore, in maniera diametralmente opposta rispetto all'originale: la matrice soul è allontanata da una vibrante rilettura rock, senza fiati questa volta, ma con il piano e le chitarre in decisa evidenza (veramente bravo il pianista Jeff Kazee), mentre la fisarmonica da il tocco definitivo.
Come Home Little Girl (una composizione rasta di U-Roy) è rovesciata da capo a piedi con una rilettura di grande effetto: i fiati fanno da cornice, il piano fa da guida, mentre Johnny, voce profonda, reinventa la canzone in stile rhythm and blues.
Mother Earth (ancora un vecchio blues di
Memphis Slim) viene rivista in versione cajun rock, con la fisarmonica di
Steve Conn (noto per avere suonato nei dischi di Sonny Landreth) che guida le danze: la voce di Johnny segue un percorso blues, il suono della band si sposta in Louisiana.
Un connubio elettrizzante. Chiude il disco
Kill My Love (di Southside Johnny e Garry Tallent), un bluesaccio lento e nottrnro, nobilitato dal piano, con l'armonica del leader in grande evidenza. Degna conclusione per un album di grande spessore ci fa ritrovare un musicista che pensavamo di avere ormai perduto.