BAP KENNEDY & ENERGY ORCHARD (Rare, Live & Bladdered)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Erano stati una bella sorpresa, all'alba del loro esordio, gli Energy Orchard. Arrivavano da Belfast, una città che non ha mai goduto delle gioie e del verde dell'lrlanda, e questa era già una notizia. Avevano firmato un contratto di proporzioni enormi (per sette album) con l'MCA, il primo dei quali, l'omonimo Energy Orchard brilla ancora oggi per la freschezza, l'intuito e la compostezza.
Radici celtiche, Van Morrison da tutte le parti, robuste dosi di rock'n'roll in forma di chitarra elettrica, il songwriting, già chiarissimo, di Bap Kennedy, un uso quanto mai intelligente delle tastiere e tutto l'entusiasmo di un gruppo agli inizi lasciavano sperare per gli Energy Orchard un futuro con una certa sicurezza. Magari non come gli U2, però almeno a livello degli Hothouse flowers.
I sogni di gloria finirono ben presto: abbandonati dall'etichetta discografica, stravolti dal tentativo di conquistare l'America (andarono in tour con Steve Earle, inizio di un felice rapporto per Bap Kennedy), sfaldati al loro interno, gli Energy Orchard si trascinarono ancora per un po' tra dischi mediocri (Pain Killer) e più che discreti (Shinola) senza però suscitare le stesse emozioni dell'album d'esordio.
Segnale, questo, che per una rock'n'roll band equivale ad una condanna a morte, e così fu. Bap Kennedy si è inventato, come sappiamo, un brillante carriera di songwriter ed è probabilmente l'unico depositario dell'eredità degli Energy Orchard. Qualche speranza l'ha anche Joby Fox, il bassista, che tornato a Belfast si è rimesso a scrivere canzoni dopo una lunga e spiacevole serie di drammi personali. Paul Toner fa l'avvocato, David Toner vive in Scandinavia dove insegna batteria e inglese mentre Spade McQuade e Kevin Breslin si fanno chiamare Celtic Soul e offrono canzoni tradizionali irlandesi sulle spiagge della Florida, il che è tutto dire.
Rare, Live & Bladdered suona quindi come l'epitaffio definitivo sulla storia degli Energy Orchard ed è un ricchissimo diario di bordo comprendente outtakes e una porzione di un ottimo show tedesco, tutto in un paio di godibilissimi dischi.
Tra le suggestioni di questo amarcord c'è una bella e curiosa cover di Walk On The Wild Side, la ripresa di One, Two Brown Eyes (che gli Energy Orchard fecero diventare una loro canzone), ottime versioni di King Of Love, This House Must Fall (grande chitarra elettrica) Sailortown e Belfast alla fine del concerto e molto altro che è un piacere scoprire e riscoprire.
Bye bye Energy Orchard, eravate davvero una bella band.