MASSIMO BUBOLA (Il Cavaliere Elettrico Live I & II)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Un doppio dal vivo per testimoniare il proprio amore verso la musica. Massimo Bubola negli anni novanta, è venuto prepotentemente alla ribalta portando alla luce vecchie composizioni scritte in collaborazione con Fabrizio De Andrè e scrivendone di nuove che confermavano il suo valore di musicista. Molti artisti italiani si sono cimentati nell'avventura del disco live e, se escludiamo Francesco Guccini (Tra Via Emilia ed il West) e Fabrizio De Andrè (il doppio live con la PFM), senza dimenticare Vasco Rossi (Fronte del Palco) e Ligabue, gli altri hanno fallito miseramente l'appuntamento. Ma se per Ligabue e Rossi la grande popolarità ha contribuito a fare vendere il disco dal vivo, il caso di Guccini e De Andre è diverso.
Era la conferma che la loro musica era di qualità e quindi aveva anche un pubblico che comprava un disco live. Il doppio live è una tradizione prettamente statunitense, un retaggio degli anni settanta, mentre in Italia si è rivelata un fallimento per molti artisti, anche popolarissimi come Zucchero o Jovanotti, che non avevano né un repertorio adeguato né il carisma per potere fare un salto di questo genere. Bubola non solo ha il carisma, ma anche le qualità e, sopratutto, un repertorio degno di un grande autore, un repertorio che, presentato sotto una forma spesso diversa, cresce e vive di luce propria anche nella rilettura dal vivo. Il doppio in questione fa parte di un progetto ambizioso, infatti seguiranno altri due dischi dal vivo negli anni a venire che, messi assieme, completeranno l'opera.
Un'opera indubbiamente coraggiosa da parte di un musicista che di coraggio ne ha da vendere. Grande autore, dotato di una buona voce, Bubola è anche un superbo arrangiatore e rilegge le sue canzoni, novello Dylan, cambiando spesso fraseggi, melodie, tempi e modi. Prendete, come esempio, Il Cielo D'Irlanda, una ballata popolare di grande spessore, che qui viene rivestita da sonorità yankee che spostano Tasse musicale in un ambito completamente diverso: ed il brano regge, e come, al cambiamento di struttura. Assecondato da una band solida, la Eccher Band, Massimo fa una summa della musica rock, vista secondo l'occhio di un musicista italiano: è una visuale nuova, coraggiosa, mai sperimentata dai nostri musicisti.
Infatti gli italiani sono soliti rivedere, il più delle volte pari pari, le proprie canzoni dal vivo: Bubola invece affronta con coraggio l'operazione e cambia radicalmente suoni e tempi a molte canzoni. Il doppio è diviso in due parti ben distinte: la prima, cinque stelle, che rilegge le proprie canzoni secondo stilemi Latino - Roots, con forti intromissioni tex mex e celtiche, e la seconda, tre stelle e mezzo, che rivede le canzoni secondo uno stile rock chitarristico urbano, meno creativo e più diretto. Una parte del merito per la riuscita dell'operazione si deve alla Eccher Band: Alessandro Simonetto, violino fisarmonica e mandolino, Simone Chiviò, chitarra, Roberto Ortolan, chitarre, Michele Bonivento, piano e organo, Piero Trevisan, basso, Moreno Marchesin e Joe Damiani, batteria e percussioni. Le canzoni.
CD 1
Andrea: una fisarmonica espressiva fa da base ad una ballata senza tempo che viene rivista con un respiro ampio ed una forma melodica splendida. Il Cielo D'Irlanda: una delle sorprese del disco. Un violino in puro stile Americana prende per mano la melodia e ci porta attraverso l'Atlantico, lasciando momentaneamente l'isola di smeraldo, per dare un tono più texano alla ballata che, anche in questa versione, non finisce di emozionare. Encantado Signorina, fisarmonica in grande evidenza, è una ballata dai sapori tex mex, cantata con voce calda e sfiorata da una musicalità pregna e coinvolgente.. Innocente mischia suoni della nostra penisola con intuizioni folk rock e arpeggi chitarristici di prim'ordine.
L'intro di chitarra, a cui fa da contraltare la fisarmonica, è da applauso: poi Massimo, voce grave, prende per mano la ballata. Franziska cambia completamente pelle e diventa una danza campagnola, festosa, piena di colori che, in un turbinio di suoni, avvolge completamente l'ascoltatore. Una rilettura coraggiosa e decisamente innovativa. Anche Capelli Rossi rivive attraverso una versione lucida e piena di idee (l'uso delle chitarre che lanciano una melodia tra un vocalizzo e l'altro), che danno un altro spessore alla splendida canzone.
Avventura a Durango è uno dei capolavori del disco. Il brano di Dylan rinasce attraverso una cover degna delle migliori versioni della mitica Rolling Thunder Revue: sapori tex mex, vocalizzi tesi e vibranti, una melodia dalla bellezza tersa, una serie di invenzioni continue dove antico e moderno si mischiano in modo felice, fanno di questo brano un manifesto dello stile del cantautore veneto. Una Storia Sbagliata inizia come una ballata di Dylan, con l'armonica distesa che lascia fluire la melodia: poi la canzone si apre e si conferma come una delle composizioni più riuscite del nostro (scritta a quattro mani con De Andre), con un crescendo melodico di grande intensità. Senza Famiglia è un vai zero ne texano d'altri tempi.
Introdotto da un violino nostalgico, il brano rivive attraverso una rilettura che ne stravolge l'ossatura originaria. Chiude il primo CD un brano nuovo, Innolento, che è stato adottato da Slow Food come proprio inno e che conferma la bravura di Bubola. È la definitiva conferma della matrice personale di Massimo, un rocker italiano a tutto tondo che però sa guardarsi attorno e sa prendere il meglio per farlo suo: lenta, in continua crescita, è una ballata dal potenziale notevole che piace al primo ascolto e che sicuramente diventerà un classico nelle esibizioni dal vivo.

CD 2
Maria Che Ci Consola: intro di voce, chitarra elettrica alle spalle, un suono vigoroso che la prende per mano. L'atmosfera è completamente diversa rispetto al disco precedente, niente fisarmonica o violino, ma chitarre, chitarre chitarre.
La riprova arriva con l'ottima versione di Cocis, che diventa una ballata elettrica tesa e nervosa, in cui le chitarre elettriche la fanno da padrone. Corvi non è mai stata tra le mie preferite, ma debbo convenire questa versione bluesata e indurita le rende merito. Bella per contro Fiume Sand Creek, una delle canzoni storiche scritte con De Andre, che Massimo rifa in modo diretto, senza arzigogoli: voce e chitarre, sezione ritmica e via Dove Scendono le Strade, scritta coi Gang, è ancora intensa e viene riletta in una versione decisamente più rock, più urbana, che stempera la sua origine folk.
Sandy è una delle grandi canzoni del nostro e l'intro acustico basta per riportarla in vita sotto nuova luce, mentre Marabel è tosta, bluesata, scura, potente. Una chitarra quasi hard la introduce, mentre Bubola canta con voce amara e intensa. Anche Hotel Supramonte ha una nuova veste, ma rimane la melodia profonda e la malinconia latente che hanno sempre dato un'aura particolare alla canzone. Il disco si chiude con una brillante Doppio Lungo Addio e con la versione inglese di Innolento, cioè Slowsong.