Questo album, uscito senza preavviso, fa da companion al film diretto ed interpretato dallo stesso Yoakam, il film western
South of Heaven, West of Hell. Ma non è una colonna sonora, bensì un disco di canzoni, inframezzato qui e là da pochi secondi di dialogo tratti dalla pellicola. Il film è un western gotico che segna il debutto nella regia del talentoso cantante country, e che vede la partecipazione di attori come
Billy Bob Thornton, Vince Vaughn, Luke Askew, Bo Hopkins, Bridget Fonda e, in parti marginali,
Joe Ely e Warren Zevon.
Yoakam fa rivivere l'epopea del West attraverso un film interessante ma discontinuo, notevole dal punto di vista delle immagini, un po' meno per quanto riguarda lo scritp. La storia è quella di una vendetta, che uno sceriffo porta a termine contro una banda di selvaggi e violenti fuorilegge e finisce con un interminabile duello in un ranch ai confini con il Messico. Lo stesso Yoakam non ha il phisique du role dell'interprete principale, anche se come regista non è affatto male. Ma il disco è notevole. Dwight esce dai canoni del country classico e mischia vari generi, ma rimane sempre un musicista superbo, come dimostrano alcune canzoni,
Tears for Two, Who at the Doors is Standing, No Future in Sight, The Darkest Hour. L'album contiene nuove canzoni del countryman e qualche traditional rivisitato, quindi composizioni in coppia con
Mick Jagger e Billy Gibbons, l'uso dei fiati moderato, e di altri strumenti non usuali nel suo sound, come organo e tromba. Insomma un disco diverso ma molto stimolante. Il cantato è brillante, come al solito, ed il suono, nella mani fidate di
Pete Anderson, Taras Prodaniuk, Skip Edwards, Scòtt Joss, Jim Christie e Gary Morse è perfetto.
Il resto tocca alle canzoni. E qui stanno le maggiori sorprese. L'iniziale
Words è una ballata pianistica a due voci, soffusa e molto dolce, che non ha nulla a che vedere con la musica country. Ma Dwight si dimostra architetto di melodie ed inventa un brano dalle tonalità languide che piace al primo ascolto.
Who at The Doors is Standing è un traditional rivisitato con un suono elettrico, dove rock e tradizione si mischiano alla perfezione: bello l'intervento vocale di
Bekka Bramlett, che doppia con vigore la voce di Yoakam. L'uso dei fiati, volutamente dietro le quinte, da un che di innovativo alla vecchia country song.
Tears For Two è una ballad discorsiva, liquida e molto ben costruita, che serve da veicolo alla voce limpida del nostro e che ha elementi country pur non essendo puro country e gioca su un ritornello che si memorizza all'istante. Splendida la rilettura del tradizionale
The Darkest Hour, un gospel country che arriva dalla musica delle montagne, che il nostro rivede con grande personalità II crescendo della canzone, la voce stentorea, l'accompagnamento scarno, fanno il resto. Tra le cose migliori di Yoakam.
The First Thing Smokin' è un brano rock scritto a quattro mani con Billy Gibbons dei ZZ Top: decisamente atipico nella produzione del nostro è più vicino allo stile di Delbert McClinton. Country che più classico non si può con la potente
What's Left on Me, scritta con Mick Jagger.
Qui Dwight sguazza nel suo suono tipico e lascia andare la voce su un lento misurato da una formidabile steel guitar e dal classico train di Pete Anderson.
Somwhere è rock 'n country, ma basta la sua voce perché la canzone non perda colpi.
The Last Surrender mischia vecchie canzoni western con lo stile iconoclasta di Yoakam e scorre, orgogliosa, attraverso sonorità tipiche ed una melodia di grande presa. Anche questa è tra le cose migliori del nostro countryman preferito. Ma il brano più bello, espressivo, lungo e innovativo è la turgida
No Future in Sight.
Supera i sette minuti, un tempo decisamente poco usuale per una canzone country. Il brano ha una struttura rock 'n country, un motivo di fondo molto bello, ed una strumentazione diversa: l'organo che contrasta la voce, la melodia che si sviluppa con elementi rock e la soprendente coda strumentale con la steel guitar in grande evidenza. Sicuramente è una delle vie future del suono del nostro che, con canzoni di questo spessore, continua a rinnovare la musica più classica d'America. Un altro traditional di impronta gospel,
It Is well With My Soul, chiude un disco molto interessante. Oltre la musica country.