Alcuni anni fa abbiamo dato la notizia di un cofanetto di
Townes Van Zandt che doveva contenere sessanta duetti con musicisti di varia estrazione, incisi tra la fine degli anni ottanta e la metà dei novanta.
Kevin Eggers, produttore delle sessions, ha battagliato per anni per avere i diritti ed i permessi di pubblicarli e, dopo un lungo pugnare, qualcosa è riuscito a mettere assieme. In origine avrebbe dovuto uscire un sampler con sedici canzoni a cui qualche mese dopo, verso la fine del 1997, sarebbe seguito il box. Purtroppo le previsioni di Eggers non si sono avverate e il progetto è rimasto nel limbo per lungo tempo.
Il cofanetto, quattro Cd, avrebbe dovuto intitolarsi
Newology e contenere duetti con celebri artisti:
Eric Andersen, Johnny Cash, Rosanne Cash, Guy Clark, Rodney Crowell, Bob Dylan, Joe Ely, Jimmie Dale Gilmore, Nanci Griffith, Merle Haggard, Van Morrison, Butch Hancock, Emmylou Harris, George Jones, Kris Kristofferson, Lyle Lovett, James Me Murtry, Willie Nelson, John Prine, Calvin Russell, Doug Sham, Cowboy Junkies, Jerry Jeff Walker, Hank Williams Jr, Johnny Winter, Neil Young e Steve Earle.
Alcuni contratti sono stati definiti, altri in via di definizione ma, a quanto sembra, il box è ben lungi dall'essere pubblicato. Quindi per il momento godiamoci questo Cd,
Texas Rain, registrato a Hill Country, una contea molto verde nei paraggi di Austin, piena di studi di registrazione. Dodici canzoni, dodici duetti, per 45 minuti di musica. Van Zandt è rilassato e in buona forma, gli arrangiamenti sono semplici, lineari e molto puliti. Il resto lo fanno le canzoni e gli abbinamenti vocali.
Emmylou Harris da vivacità ad una fluida
If I Needed You, suonata con molta tranquillità, che si differenzia parecchio dall'originale per l'uso delle voci ed il tempo leggermente accelerato.
Molto bella la rilettura del classico
Pancho & Lefty che, con l'ausilio dei primi Texas Tornados (
Freddy Fender, Ruben Ramos & The Texas Revolution, Augie Meyers e Doug Sahm) assume un carattere più romantico, da canzone di confine.
Townes canta in modo disteso e la stupenda melodia scivola limpida, mentre davanti ai nostri occhi scorrono le pianure del Texas e i Cactus del sud dell'Arizona.
Calvin Russell da il suo apporto da loner ad un altro che è uno dei depositari dello stile:
Waiting Around to Die è una buona canzone, ma la spolverata di archi e l'eccessiva flemma nel cantarla le fanno perdere parte del suo pathos originario. Con un tocco di swing un po' demodé
Jerry Jeff Walker offre la sua voce gradevole ad una rilettura di
Blue Wind Blew, dove un violino quasi gypsy ed un piano fluido fanno il resto. Evocativa la cover di
Kathleen con i
Chromatics che supportano bene Townes.
Willie Nelson, grande sostenitore del progetto ed amico del cantautore, appare in due canzoni: notevole
No Lonesome Tune dalle sonorità ovattate, con la voce dell'anziano country man e quella calda del protagonista che si mischiano, avvolti da un arrangiamento che gioca le carte sull'uso delle chitarre.
Marie il vecchio Willie l'aveva già cantata su
Poet, il tributo a Townes voluto fortissimamente, e questa versione, con le due voci ed una sezione orchestrale mi sembra meno riuscita.
Kimmie Rhodes, voce gentile, è poco conosciuta fuori dai confini del Lone Star State.
Però il suo apporto, anche se non considerato come quello di altri, da luogo ad una delle canzoni migliori del disco: infatti
Brother Flower ha un afflato folk ed una melodia struggente, che le due voci riescono a rendere in modo perfetto.
Doug Sahm, vecchio compare di mille battaglie, si trova ad occhi chiusi con le canzoni dell'amico e
Two Girls conferma ogni più rosea previsione, sia per la bella versione che ne risulta, che per la perfetta fusione delle due voci. Ancora
Sahm, Fender, Ramos e Meyers in
Quicksilver Daydreams of Maria che mantiene il suo alone Mexican e quell'aura particolare, data dalle varie voci che si intrecciano e dall'uso di fisarmonica ed una leggera sezione d'archi.
James McMurtry rende sua la nota
Snowin'on Raton e, malgrado Townes sia ben presente, conferisce al suono quella matrice personale che la sua musica ha avuto da sempre. Chiude il disco la country girl
Kathy Mattea con una rarefatta versione di
At My Window. Un disco dai suoni tenui, talvolta crepuscolari, dove le voci si intersecano, i sentimenti sono intensi, ed i sogni vagano nel buio della notte.