Di questi texani ci siamo già occupati in precedenza, quando abbiamo recensito il precedente disco dal vivo. La band, guidata dal chitarrista e cantante
Cody Canada, che abbiamo sentito anche nei dischi del sudista
Will Thomas e in quelli della band dell'Oklahoma di
Jason Boland, sono un ensemble robusto e chitarristico, tra southern rock e country rock. Suonano vigorosi, con la chitarra di Canada sempre in evidenza, mischiando ballate di stampo western a robuste cavalcate elettriche: basta ascoltare
42 Miles e One of These Days.
Scoprire band come questa è il sale della rubrica. Gruppi poco conosciuti o assolutamente sconosciuti, che pur non facendo grandi cose sanno suonare in modo sano, diretto, corroborante e, comunque li si vuole prendere, non deludono mai. I
Cross Canadian Ragweed sono una highway band. Il loro suono è perfetto per le strade senza fine del Texas, per le piatte lande deirOklahoma. Tiri su il volume e guidi guardando il cielo che si mischia con la linea dell'orizzonte. Questo è il terzo album della band di Cody e suona piacevole e quadrato, pur non avendo canzoni memorabili.
La qualità è medio alta, non ci sono cali di tensione ed il disco scorre, robusto e sapido, tra sventagliate di chitarra, melodia di stampo classico, assoli penetranti, ed una ritmica che non abbassa mai il livello di guardia.
Cody Canada, voce e chitarra solista,
Grady Cross, chitarra ritmica,
Jeremy Plato, basso,
Randy Ragsdale, batteria, sono degli alfieri del southern rock e mostrano i loro attributi. Non esagerano mai, non vanno verso il metal, mischiano elementi country a canzoni fiere e decise e fanno vibrare le chitarre.
In un periodo come questo, in cui la chitarra sta diventando mercé rara, un disco come questo è salutare. E brani come
Back Around, Look at Me, Alabama, Jimmy and Annie, Highway 377, lo dimostrano.
Tenere il volume alto.