BOCEPHUS KING (Joco Music)
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  Recensione del  26/02/2004
    

L'album d'esordio di Bocephus King sorprese per la padronanza con cui gestiva una larghissima varietà di stili e di generi. Tutti ricondotti con abilità e non poco talento all'interno di canzoni degne di questo nome.
Un sound più acustico rispetto alle successive evoluzioni con dobro, violino (semplicemente fantastico e zingaresco quello in On The Hallelujah Side), mandolino, banjo a condurre le danze. La Joco Music di Bocephus King attraversa l'old time di Trouble Me, il gospel, atmosfere coltivate collezionando i dischi di Tom Waits (la magnifica Where I'm Calling From, un titolo preso in prestito da Raymond Carver e un organo che farebbe impazzire anche Chuck E. Weiss), svariati incisi di stampo tipicamente cooderiano (What Am I Doing Here?).
Per un'ora abbondante, un secolo intero di american music è riletto da Bocephus King con cognizione di causa e con una voce che non è solo quella di un songwriter dalle risorse già chiarissime, ma anche di un interprete dalle qualità eccezionali.
Probabilmente basta sentirlo mentre canta Digging My Grave, dove sembra Cab Calloway alle prese con un inedito di Blind Lemon Jefferson arrangiato da David Bromberg. Per passare, già nella canzone successiva, Wartime Skies ad un'aria che ricorda persino Jackson Browne. In Joco Music queste variazioni sono il sale e il pepe nelle canzoni di Bocephus King che sembra a suo agio tanto nelle situazioni borderline (Juanita) dove gli accenti tradizionali ed esotici richiamano immediatamente l'attenzione, quanto nelle ballate after hours (Lay Down, bellissima) dove si conferma un cantante di lusso.
Il disco tende a dilungarsi, perché ai tempi del vinile con sedici canzoni si riempiva un doppio, ma è anche vero che sentire Bocephus King e compagnia è pur sempre un piacere. A proposito dei musicisti (che solitamente vengono trascurati, ma a cui va dato il giusto risalto), in Joco Music ce ne sono un bel po' che sanno da che parte prendere in mano gli strumenti. Steve Dawson (chitarra, dobro e banjo), Jesse Zubot (violino, mandolino e contrabbasso), Graig Duccomun (organo, fisarmonica e sintetizzatore), Doug Fujisawa (piano), Darryl Stables (batteria), Rob Post e Michael Perry (basso), Dave Staniforth (chitarra), Alice Dawson e Theresa Riley (voce), Panos Grames (percussioni), Steve Hillian e Dan Marcus (fiati) suonano quanto e più di tanti celebratissimi sessionmen, sicuramente con la stessa passione di Bocephus King.
Gran bel disco e inizio di una grande carriera.