"Con la sola eccezione dei brani strumentali che abbiamo lasciato fuori da
Transcendental Blues (una decisone di cui poi mi sono pentito) queste non sono outtakes ma, piuttosto, canzoni sparse che ho registrato in momenti diversi per ragioni differenti. Canzoni di cui vado molto orgoglioso, anche se alcune sono tutt'ora inedite".
Con queste parole Steve Earle presenta il suo nuovo album: un disco che nuovo lo è in parte ma che, una volta sentito, si mostra unitario e vitale.
Sidetracks è composto da qualche canzone edita, ma solo su colonne sonore o progetti particolari, e parecchie inedite. Sentito tutto d'un fiato risulta assolutamente credibile al punto che lo si gusta come un progetto nuovo di zecca. Gli strumentali a cui Steve si riferisce sono
Dominick St. e Sara's Angel.
Dominick St. è una danza irlandese, registrata in quel di Dublino ma completata a Nashville, con la partecipazione della fisarmonicista
Sharon Shannon. Una danza pura ed incontaminata che ha il sapore delle cose d'Irlanda, vibrante e coinvolgente.
Sara's Angel fa parte del lotto di incisioni effettuate coi
Bluegrass Dukes (tra i quali militano gente del calibro di Tim O'Brien e Darrell Scott) ed è un bluegrass strumentale diretto e lineare che si basa unicamente sugli intrecci dei vari strumenti a corda, con violino e chitarre in decisa evidenza.
I brani già apparsi nelle colonne sonore sono significativi. Sono già conosciute
Me and The Eagle struggente ballata, lenta e intcriore, che faceva bella mostra sulla colonna sonora di
The Horse Whisperer, che comunque fa piacere ritrovare in un disco di Steve: il calore della voce e l'asciuttezza dell'accompagnamento sono da manuale. Quindi
Time Has Come Today, da
Steal This Movie, in cui Steve rilegge in modo teso ed elettrico (assieme a Sheryl Crow) il vecchio successo dei Chambers Brothers e la straordinaria
Ellis Unit One, un gospel blues acustico (era su
Dead Man Walkin) in cui fanno bella mostra le voci spesse dei Fairfield Four. Mentre
Some Dream (appare in
The Rookie) è nuova di pacca perché il film non è ancora uscito.
Si tratta di una classica ballata elettrica alla Steve Earle: arrangiamento disossato, chitarre jingle, voce in tiro, per una canzone ad ampio respiro che ci porta lo Steve elettrico che amiamo maggiormente. Ed anche
Open Your Window è nuova: è nella colonna sonora (ma non sul disco) di
Pay It Forward. Meglio, cosi ce la possiamo gustare ex novo.
Classico train alla Steve Earle, le sue pause, la sua chitarra, la sua sezione ritmica, per una ballata secca ed espressiva che, certamente, farà parte del suo repertorio live.
Johnny Too Bad è già conosciuta, è stata registrata alcuni anni fa coi
V Roys, e si tratta di una versione dirompente e ruvida del noto hit reggae, mentre anche
Creepy Jackalope Eye alcuni di voi la conoscono già perché era sull'EP punk che Steve ha registrato coi
Supersuckers.
Il resto è nuovo.
Two Girls è una composizione elettroacustica introdotta da un'armonica dylaniana, dalla forte impronta lirica: Steve canta con voce sofferta ed espressiva e fa attendere a lungo l'entrata della band, quasi a pregustare la canzone, a farcela assaggiare con lentezza.
Breed è la meno usuale: si tratta di una cover dei
Nirvana tignosa, dura, elettrica. La voce è tesa, le chitarre distorte, la ritmica rotta e sfrigolante. Ma le sorprese non finiscono qui.
Willin', proprio quella dei
Little Feat, viene rivista coi Bluegrass Dukes in una versione acustica di grande presa.
La voce del leader, l'accompagnamento con strumenti a corda, il coro che rifa il notissimo refrain, sono solo alcuni degli elementi che rendono questa canzone splendida, uno dei brani più belli di sempre, uno dei momenti migliori del disco. La parte centrale, in cui chitarre e mandolino si doppiano prima dell'entrata della voce, è da antologia. Anche
My Uncle, registrata dal vivo a Fargo nel North Dakota, è suonata assieme ai Bluegrass Dukes.
Si tratta di un country-grass sciolto e pulito tutto giocato sui vari strumenti e su un ritmo coinvolgente, che la voce di Steve, da countryman consumato, rende in modo perfetto. Chiude il disco una ennesima chicca. Steve che interpreta Bob Dylan. Infatti il nostro si cimenta in una versione personalissima della turgida
My Back Pages, registrata durante le sessioni di Steal This Movie ma poi nella colonna sonora è stata usata la versione di Jackson Browne e Joan Osborne ).
Tempo lento, voce acuta e distante, con solo la chitarre alle spalle, che riprende in modo personalissimo la ballata dylaniana, tra le più belle di MrZimmerman. Poi entrano basso e batteria, in modo sommesso, quasi che Steve ci voglia salutare ricordando il più grande, ma a modo suo.
Sidetracks è un signor disco, non una raccolta di pezzi sparsi. Aveva ragione Mr Earle.