A quattro anni di distanza dal suo debutto per la Checkered Past, con il bel disco
Things Fall Apart - che purtroppo non è andato commercialmente bene, pur contendendo un brano,
Do you thing About me che ha dato il titolo ad un disco dei Waco Brothers, pur essendo stato decisamente lodato dalla critica ed essendosi conquistato una nomination da parte dei Nashville Music Awards nell'ambito degli album di musica "americana" - rispunta sulla nuova scena country quello spilungone baffuto del New Jersey che risponde al nome di Lonesome Bob, vero nome
Bob Chaney. Anche stavolta e probabilmente ancora più di prima siamo di fronte ad una proposta di qualità superiore, di livello medio alto, destinata a convincere con facilità tutti gli appassionati di country alternativo e di musica cantautorale d'impegno e sostanza.
Una prova d'intelligenza e di onestà, di cruda e disarmante verità, spesso autobiografica, che tratta tematiche molto concrete - le ardue scelte di vita, le molteplici difficoltà quotidiane, le violenze, anche pesanti, che si possono subire nel cammino di tutti i giorni - che non può lasciare indifferenti. Bob ha una potente ed energica voce baritonale, dicono che in qualche modo ricordi quella di Waylon Jennings, anche se non è un nuovo "outlaw" assolutamente, ed ha uno squisito senso musicale che lo spinge ad impostare arrangiamenti sonori, di stampo elettrico, sempre di garbo e gusto, anche quando i tratti ritmici acquistano tinte dalle tonalità piuttosto forti.Dodici brani, tutti originali meno uno, alcuni dei quali scritti in collaborazione con
Allison Moorer, la brava cantautrice il cui più recente album è l'interessante
Hardest Part di due anni fa, o
Steve Allen.
Go Away With It, tosto rock che si appoggia su di una sorta di memorizzabile riff chitarristico e dal bel solo di electric guitar, sceglie il crimine come metafora per una storia d'amore,
Heather's All Bummed Out, honky tonk country dall'interessante refrain che può contare sul supporto della voce femminile della già citata Allison Moorer, è il ritratto di una donna di trentacinque anni che scopre che la sua vita è sempre più insoddisfacente.
In The Time I Left, country soul molto bello, con Allison che si fa sentire specie nel finale apprezzabile anche strumentalmente, è la riflessione di chi dopo una vita dedicata ad inseguire sogni impossibili si accorge che è molto meglio dedicarsi ad amare chi ci è accanto.
I Got Smarter Every Drink, classica honky tonk song con la steel guitar in evidenza, è una sorta di dissertazione sugli effetti "terapeutici" del bere che può dare il coraggio di realizzazioni inaspettate.
Dying Breed, lento blues eseguito col supporto di dobro e fiddle suonati da
Fats Kaplan e della chitarra acustica di Allison, è una confessione sulle cattive esperienze effettuate con alcool e droga.
Where are you Tonight?, country rock dai begli spunti di chitarra elettrica, è la testimonianza della tragedia di un padre, il nostro Bob, di fronte alla perdita del figlio diciottenne, Zach, per un'epatite procuratagli da una siringa sporca..
Dreaming The Lie, un brano lento nato da un intenso assolo di electric slide guitar, pone ancora il figlio al centro dell'attenzione di Bob, il quale non riesce proprio a darsi pace dell'accaduto.
Weight Of the world, un rock condotto dal suono quasi lamentoso delle chitarre, è un altro brano dedicato ancora da padre a figlio nel quale Bob si rammarica di non averlo potuto trovare quando era in vita per via delle sue cattive condizioni economiche.
It'd Be Sad if it Weren't so Funny, rock di stampo rollingstoniano, tratta il tema della cultura sbagliata delle vacuità, le carte di credito scoperte, i gadget inutili, le ipoteche sottostimate, i soldi affidati ai predicatori televisivi e così via.
Things Change, la bella title track dallo splendido ritornello, una gradevole apertura chitarristica e che conta su di una grande performance vocale di Allison, è un tristissimo sguardo verso un amore passato. C'è anche un brano solo strumentale, "
Drinks and an Empty Stomach, dalla struttura rock blues con chitarra ed organo in evidenza, quest'ultimo a ricordare il sound dei primi Animals ed una cover di un testo di Dunbar e Johnson,
Patches, altro blues rock con l'organo di Steve Allen ancora in evidenza.