Noto soprattutto come musicista con
Robert Earl Keen (che non è poco) e con
Lucinda Williams (a maggior ragione)
Gurf Morlix si muove con una certa abilità tra chitarre elettriche e acustiche, slide e mandolini. Nel ruolo di playmaker degli strumenti a corda non deve invidiare niente a nessuno, anche se il massimo da qualche anno, resta Greg Leisz, uno che ha cominciato con Dave Alvin o giù di lì e ormai ha suonato praticamente con tutti, da Joni Mitchell agli Smashing Pumpkins.
Gurf Morlix ha tutte le doti per seguire lo stesso percorso e basta ascoltarlo in quel capolavoro che è
Borderland di Tom Russell per farsene un'idea.
Da solista, giunto al secondo album dopo
Toad of Titicaca, mostra gli stessi pregi e limiti di tanti altri sideman che provano a diventare protagonisti: il problema fondamentale è che hanno troppo talento per continuare a stare nell'ombra di qualcuno e non abbastanza personalità per arrivare al centro della scena. Gli esempi si sprecano e, anche per una certa familiarità nei suoni, basta ricordare Larry Crane: eccellente alter ego di John Mellencamp, sia nella fase mainstream, sia in quella più ricercata di
The Lonesome Jubilee, dove aveva imparato a coabitare con violini e fisarmoniche, è sparito dopo qualche bella canzone sparsa qua e là.
L'ultima volta che si è visto suonava la chitarra per John Prine e, per quanto prestigiosa, è pur sempre una posizione di backline.
Gurf Morlix si mostra un po' più convinto dei suoi colleghi ed infatti comincia a mostrare qualche qualità da songwriter in più, rispetto a
Toad of Titicaca. Si destreggia con i sapori byrdsiani di
Center Of The Universe, trova un piccolo gioiello che sembra schizzato fuori da uno degli ultimi dischi di Dave Alvin, l'm HungryAnd l'm Cold (bellissima), mostra di avere orecchio e arte anche per scrivere canzoni di livello superiore.
In Fishin' In The Muddy, insieme a
I'm Hungry And I'm Cold, il meglio è rappresentato da
How To Be: inciso chitarristico degno di Mark Knopfler, organo scintillante (suonato da
Ian McLagan, un maestro nel campo) e un ritornello che sembra scritto apposta per la voce di Lucinda Williams. Anche
Driftin' Apart rientra tra le canzoni migliori, mentre le rock'n'roll song (
Your Picture, Big Eye, la stessa
Fishin' In The Muddy), pur suonate con precisione ed energia, risultano un po' anonime. L'unica caduta di tono è
Let The Rhythm Rule che, a dispetto del titolo, trascina per sei lunghi minuti un riff banale e un testo buttato lì. Senza nulla togliere a
Fishin'In The Muddy che non risolve il dilemma: e tanto noi, quanto
Gurf Morlix, mi sa, continuiamo a chiederci se è meglio un buon disco da solista o un egregio lavoro da comprimario.