STEVE FORBERT (More Young, Guitar Days)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

More young, guitar days riprende il discorso di Young, guitar days, il CD di outtake uscito l'anno scorso che mi entusiasmò non poco. Con More young, guitar daysandiamo più in profondità. Ci sono brani inediti, versioni live di canzoni note e meno note, e alcune versioni alternate di altri pezzi. Il tutto rende il ed particolarmente appetibile per i collezionisti e i fans di Forbert. Tra i brani che si presentano in una nuova veste ci sono tra le altre Listen to me, in versione slow, tra l'atro la preferita dall'autore, Smoky Windows, in quella che viene definita "piano version", che personalmente non preferisco, e Witch Blues, non molto dissimile dalla versione del precedente CD. C'è poi la "country version" di Get That Vagabond Feeling, con alla slide Larry Campbell, già nella band di Bob Dylan.
Gran bella versione. No use running from the blues e resa scintillante dall'armonica di Sonny Terry. Down by the Sally Gardens è dal vivo con Forbert chitarra e voce e l'accordion di Paul Errico ad accompagnarlo. Suggestiva. Il superhits Romeo's tune è anch'essa dal vivo in una bella versione, con l'organo di Errico, ancora lui, a svolgere il tappeto su cui si muove fluida tutta la band. Dalle stesse registrazioni live arrivano Grand Central Station e Oh, Camille. Nella media. C'è anche Young, guitar days, la canzone.
In realtà si tratta di un demo. È la storia un po' autobiografica di una persona che lascia una piccola città di provincia per inseguire il proprio sogno nella "big city". Canzone ritmata e interessante. You gotta go è un gran rockabilly suonato con i Flying Squirrels scatenati, in particolare il solito Errico al piano e John Leventhal alla chitarra solista.
Everybody Needs a Real Good Friend è una godibilissima ballata caratterizzata dalla chitarra di Steve Burgh. It's Wronge e Comedy Heights sono le due bonus track che chiudono il CD. La prima è stata registrata in una stanza di motel durante il primo tour di Steve Forbert e ricorda alcune cose di Elvis, la seconda è una ballata nel classico stile di Steve, e chiude degnamente l'album. Un buon CD, forse meno fruibile e godibile del primo, ma sicuramente prezioso per i fans del nostro e per quanti vogliano approfondire il suo songwriting.