STEVE FORBERT (Any Old Time: The Songs of Jimmie Rogers)
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  Recensione del  26/02/2004
    

Semmai dovessero esistere gli ingredienti per un buon ed questi potrebbero essere: un ottimo autore di canzoni, un buon interprete, un produttore in gamba. E allora mettiamo insieme una leggenda della musica americana, Jimmie Rodgers, un interprete di valore a noi caro, Steve Forbert, e un produttore (in realtà coproduttore, insieme allo stesso Forbert e a Tim Coats) che di mestiere e passione ne ha da vendere, Garry Tallent, ed ecco che avremo un ed pressoché perfetto. Con Any old time Forbert rende omaggio a colui che Bob Dylan, nelle note introduttive ad un altro tributo a Rodgers, ha definito "l'uomo che ha iniziato tutto".
E non a caso quel tributo fu voluto da Mr. Zimmerman come disco di esordio per la sua casa discografica. Any old time presenta tutte le qualità di Steve Forbert, classe, misura, passione, mestiere, voglia di divertire e di divertirsi, con in più un repertorio al di sopra di ogni commento. Per scegliere le canzoni Forbert ha riascoltato tutta l'opera di Rodgers, più di 110 dischi, e riunito alcuni dei suoi collaboratori più fidati. Nelle versioni che Steve Forbert ci regala delle canzoni del ferroviere mancato (causa malattia, Rodgers dovette abbandonare il lavoro alle ferrovie e fu "costretto" a dedicarsi alla sua passione, la musica. Fu poi proprio la tubercolosi a stroncarlo all'età di 36 anni) tutto gira alla perfezione e gli strumenti si ascoltano con grande piacere.
Nell'iniziale Waiting on a train il piano di Bobby Ogdin invita all'azione il violino di Ken Lovelace, e Steve canta i suoi yodel. 0 meglio quelli del papa della country music, autore di tanti yodel. Bobby Ogdin è protagonista in My blue eyed Jane, dal ritornello accorato che ti invita a cantare. Il lavoro al piano di Ogdin è prezioso. La strumentazione acustica, discreta e allo stesso tempo ricca, rende il cd piacevole e decisamente godibile. Why Should I Be Lonely? è un lento bellissimo e sognante. La titletrack è quasi jazzata, e compare una discreta chitarra elettrica (dovrebbe essere Bill Hullett.
La mia "advanced copy" non è molto chiara!). Steve Forbert attualizza con discrezione le canzoni di Jimmie Rodgers, alcune vecchie anche di settanta e più anni, e questo potrebbe essere un buon viatico affinchè nuove generazioni si avvicinino a queste composizioni. Ben Dewberry's Final Run è una prova di ciò. Batteria secca in apertura, andamento indolente, chitarrone sullo sfondo, quasi un blues suona molto attuale. Miss the Mississippi and You è un' altra perla, sognante e avvolgente, la fisa e lo yodel magici. Blue yodel #9 è un bellissimo blues con tanto di armonica, per niente "yodel" per la verità; Gambling Barroom Blues è in una versione che piacerebbe a Tom Waits (manca il suo vocione, ma non esageriamo); My Rough and Rowdy Ways è splendidamente ritmata e avvincente. C'è lo yodel ma è estremamente radiofonica.
Provare per credere; Desert Blues è scanzonata e gradevole; Train Whistle Blues è ancora un pregevole blues; My Carolina Sunshine Girl è un country che chiude degnamente un lavoro fatto con amore e passione e in grado di trasmettere perfettamente questi sentimenti. Chiediamo qualcosa di più alla "nostra" musica?