Come riferito da Dave Alvin nell'intervista apparsa sul numero di dicembre del Busca esiste un live parallelo di
Out In California che, per divergenze con la Hightone, l'artista è costretto a vendere solo ai concerti.
Outtakes In California, questo il titolo del disco, raccoglie tredici canzoni che sono rimaste fuori dal live ufficiale ma che possono essere considerati come una seconda parte di quel Cd. Stessa copertina, stessa band, stessi concerti e stessa musica ovvero
uno stupendo mix di rock n'roll, blues, folk, country, border music, ballads come solo Dave Alvin è in grado di offrire, musica intensa, romantica, allegra e malinconica, con un occhio alla tradizione e un altro all'originalità delle interpretazioni.
Outtakes In California sta a cavalio tra l'elettrico e l'acustico, tra il rock a la Blasters e il folk di album come
Blackjack David e
Public Domain, tra ballate che respirano l'aria della vecchia America, uno scoppiettante rock n'roll che sa di Jerry Lee Lewis e un blues perso nel deserto.
Outtakes In California non è diverso dal suo ufficiale predecessore se non nella lista delle canzoni riportate. Si parte con
Dry River, un pezzo di
Blue Boulevard spesso usato dal vivo, evocativo di quelle strade blu battute dal nostro.
C'è malinconia e amarezza, il violino pensa a creare un atmosfera vagamente rurale mentre ritmica e piano cavalcano le strade che portano al confine.
New Highway e
Dark Eyes ricreano l'atmosfera folkie dei due album da cui sono estratti,
Blackjack David e
Public Domain e godono dell'ottimo lavoro delle chitarre (Alvin e Rick Shea) e di un vivacissimo piano (Joe Terry) che spesso si erge a protagonista dei brani. Il traditional
East Virginia Blues scoppietta lapilli di rock n'roll e honky tonk con Joe Terry ancora in luce mentre
Barn Burning ricrea la solitudine e il senso di desolatezza delle strade del border, quei chiaro scuri acustici che erano la prerogativa di
King Of California, con il mandolino di Shea che dialoga con la chitarra di Alvin.
Un brano di grande intensità che si accompagna a una struggente e acustica versione di
Border Radio, lap steel in grande spolvero e la voce di Alvin in grado di commuovere anche un serpente.
Trouble Bound è presa dal repertorio dei Blasters ed è rifatta con sola voce e chitarra in una versione folk non priva della sua intrinseca anima rock. Poi è la volta di
Blackjack David e di
Why Did She Stay With Him un altro brano estratto da
Blue Blvd. La prima ha l'abbigliamento dimesso di un folk alla Guthrie, la seconda è fatta di ombre e sofferenza e si avvale di un intreccio acustico di grande classe, un lavoro di fino da parte del dobro e delle chitarre. Si cambia musica nel finale. Prima è una magistrale versione di
Help Me Baby di Sonny Boy Williamson con un'armonica e una chitarra che sanguinano blues ad accendere gli amplificatori, poi è una tiratissima ed elettrica
Long White Cadillac a portare i Guilty Men sulle strade del rock più scatenato. La conclusione è una lunga e rockata versione di
Honky Tonk di Mel Tillis cantata dal fisarmonicista Chris Gaffney, coronamento di uno show coi fiocchi.