Conosciamo il cantautore texano di Bandera Charlie Robison ormai da diversi anni, se non dal debutto discografico del '96 per lo meno dalla sua prima prova per la Sony
Life Of The Party, uscita poco più di due anni dopo. Abbiamo detto e scritto un gran bene di lui, così come del fratello Bruce peraltro, che sta compiendo una carriera parallela e simile un po' alla sua, poiché ci siamo accorti della bontà della sua proposta musicale, che ha il suo punto di forza nella capacità di saper cogliere la realtà della vita quotidiana, con le sue diverse sfaccettature, trasformandola in musica di qualità.
Così l'abbiamo inserito tra i musicisti più validi ed interessanti prodotti negli ultimi tempi dalla scena americana del sud, avvicinandolo a personaggi come Robert Earl Keen, Butch Hancock, Alejandro Escovedo, John Prine, un po' anche a Steve Earle, perché no?, tanto per fare dei nomi. Portavoce del più tipico southern country d'autore, Charlie ha realizzato stavolta un album tutto dal vivo (o quasi), molto solido e coinvolgente, nel quale sembra essere riuscito persino a dare qualcosa in più di quanto abbia fatto finora con le sue prove di studio. Perché emergono con chiarezza nel suo esibirsi on stage presenza scenica, grinta, sicurezza, senso della spettacolarità, humor.
Charlie si era già fatto apprezzare nel suo confronto con il pubblico in occasione della pubblicazione condivisa con il fratello e con Jack Ingram
Unleashed Live del 2000, dove vocalmente si era persino fatto preferire a Bruce, ma qui siamo oltre, decisamente avanti. Siamo di fronte ad una prova compiuta, completa, esaustiva. Registrata nella mitica Gruene Hall di New Braunfils, con il supporto della sua abituale band, gli Enablers,
Charlie Robinson/Live ci consegna quindici pezzi, una mezza dozzina dei quali provenienti dall'album
Life Of The Party del '98, altrettanti, dal più recente
Step Right Up del 2001, cui si aggiungono alcune covers e una nuova registrazione di studio.
Dal debutto Sony scorrono
Poor's Man's Son, rockin' country sciolto e spedito,
You're Not The Best, classico country scritto dal fratello,
Loving Country, delicata ballata folkeggiante del tipo di quelle narrate da Robert Earl Keen, con il pubblico che canta il ritornello nel finale prima dell'intervento solista della chitarra elettrica,
Barlight, Texas honky tonk song dai diversi spunti chitarristici introdotta da
Strange Hold di Ted Nugent,
Sunset Boulevard, splendida electric ballad dal notevole intermezzo chitarristico preceduta da poco più di un accenno di
You Can't Always Get What You Want degli Stones,
My Hometown, gran pezzo con organo in evidenza, fisarmonica in sordina, cantato a tratti un po' da tutti i presenti con travolgente finale a mo' di apoteosi conclusiva del concerto.
Dal successivo
Step Right Up vengono ripresi
Right Man For The Job, il successo radiofonico rock blues dell'album scritto con il fratello Bruce,
The Preacher, irriverente Texas ballad a la Robert Earl Keen con accordion in sottofondo e delizioso spunto di steel guitar,
Tonight, leggero e pianistico motivo composto dal fratello che riporta ai tempi dell'adolescenza, con ottimo stacco strumentale e strepitoso finale senza parole, pezzo abbinato a
You Shook Me All Night Long degli AC DC,
The Wedding Song, splendida ballata cantata con il supporto di due coriste volontarie del pubblico che nell'occasione prendono il posto di Natalie Maines, con organo e steel che impressionano nel finale,
Life Of The Party, squisita story song che diventa una attraente country ballad dedicata alla regina di un bar,
John 0'Reilly tosta e veloce Irish song, protagonista un immigrato in America all'epoca della grande depressione degli anni trenta, con strepitoso finale strumentale in particolare a cura del mandolino apprezzatissimo dall'audicence.
C'è poi una medley di covers, molto interessante e curiosa che ricomprende
The Joker Steve Miller,
Three Little Birds di Bob Marley e
Luckenbach Texas il brano di Moman & Emmons che cantava anche Waylon Jennings, quest'ultimo con accompagnamento di chitarra elettrica. Il nuovo brano di studio,
Walter, di Knowles/Mayo, è una rollicking uptempo song decisa e spigliata, assai orecchiabile e con un seducente chorus: potrebbe essere la fortuna del disco.