RYAN ADAMS (Rock 'n Roll)
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  Recensione del  31/03/2004
    

Ryan Adams è un musicista geniale, ma è anche un autore eccessivo, prolifico, incontrollabile. Dopo lo splendido Gold ha lavorato talmente tanto da mettere a punto almeno tre dischi, fatti e finiti: 48 Years, The Suicide Handbook e Love is Hell. Lo stesso Love is Hell ha avuto un parto lunghissimo ed almeno tre produttori, è stato inciso e riinciso, rifiutato dalla Lost Highway e poi accettato.
In tutto questo marasma di idee messe su nastro, di canzoni finite, di composizioni lasciate a metà o solo a livello di demo (come ha dimostrato l'ottimo Demolition dello scorso anno) Ryan avrebbe deciso di riunire tutto in box, ma anche in questo caso la Lost Highway lo ha bloccato. Oltre a tutto ciò ha prodotto il debutto di Jesse Malin ed ha inciso assieme a Malin, sotto lo pseudonimo di The Finger, un album di punk. Cosi il ragazzino più viziato della musica rock è rientrato in studio con il produttore Jim Barber, manager di Courtney Love, ed ha registrato un nuovo disco, Rock and Roll, che si stacca nettamente da tutto quello che ha fatto in precedenza.
Un album di puro rock che piacerà sicuramente ai critici americani, che hanno storto il naso con Gold, un disco però abbastanza spersonalizzato. Rock and Roll ha il passo dei dischi che vanno per la maggiore oggi in Usa, anche se Ryan, pur abbassando il suo livello, rimane sempre decisamente superiore rispetto ai vari Train, John Mayer, Strokes et similia. Ascoltate ad esempio Wish You Were Here, dove rock e moderne intuizioni vanno a braccetto, e vi troverete davanti ad una canzone che nessuno dei gruppi citati poc'anzi è mai riuscito a scrivere. Invece di proseguire un discorso legato alla musica delle radici, ma già Gold lasciava quel settore per rifugiarsi nel rock, Ryan si è voltato decisamente verso la musica alternativa facendo un bel mazzo di alcune radici del passato ed unendo il tutto in un suono figlio degli U2.
Un disco di chitarre e poco altro, cantato con voce distesa alla Bono. Già vedendo i musicisti coinvolti nelle sessions (Billie Joe Armstrong, leader dei Green Day, Melissa Auf Der Mar, ex Holes, Parker Posey, attrice e sua attuale compagna) si capisce che il nostro ha cambiato registro. A parte le voci di contorno, Ryan suona tutti gli strumenti, con un piccolo aiuto da Johnny T alla batteria. Un disco rock, senza fronzoli, talvolta accattivante, talvolta meno, altre volte copia carbone di cose già sentite. Un po' di riflessione in più non avrebbe certamente guastato e Ryan avrebbe potuto limare certi errori e certe lungaggini.
Ci sono delle buone canzoni come la tonica Burning Photographs, dove la chitarra viaggia in sintonia con la melodia e la ritmica è pressante, oppure Do Miss America, robusta rock song di derivazione rollingstoniana. Il suono delle chitarra richiama spesso il jingle jangle byrdsiano, ma con più robustezza. Poi ci sono canzoni come l'iniziale This is it, So Alive e Boys che richiamano apertamente il suono degli U2, il modo di cantare di Bono, la chitarra di The Edge. Rock and Roll è un disco che si consuma velocemente, che non ha molto respiro: infatti Ryan non ci ha messo molto tempo a farlo, scuramente è entrato in studio con una idea è l'ha buttata giù di gettito.
Il risultato è un disco altalenante che guadagna in vigore, ma che perde in creatività. Nello stesso momento la Lost Highway ha edito anche Love is Hell Pt 1 che contiene le seguenti canzoni: Political Scientist, Afraid Not Scared, This House is not For Sale, Love is Hell, Wonderwall, Shadowlands, World War 24, Avalanche. La seconda parte sarà edita agli inizi di Dicembre. Non contento di tutto questo bailame, Ryan è andato ancora in studio con una ali star band, The Fucking Virgins, composta da Ja mes Iha, Melissa Auf Der Mar ed Evan Dando. Troppa carne al fuoco Ryan.