RYAN ADAMS (Love is Hell pt. 1)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  31/03/2004
    

Love is hell pt.1 suona decisamente come l'antitesi in musica di Rock 'n'roll, ufficialmente l'ultimo lavoro di studio di Ryan Adams. Love is hell era inizialmente destinato a diventare il quarto album della carriera solista dell'exWhiskeytown, ma la Lost Highway l'aveva scartato giudicandolo troppo oscuro ed umorale, così il caparbio cantautore entra in studio ed, in soli tredici giorni e praticamente da solo, incide un nuovo disco, che possa conquistare la critica americana ed inglese, colpevole finora di averlo trattato con troppa sufficienza.
Rock 'n' roll vede la luce all'inizio del mese scorso e le quattro stelle fioccano da entrambe le parti dell'oceano, ma il poco accondiscendente Ryan Adams non rinuncia al progetto originale, pubblicando contemporaneamente una parte di Love is hell, forse per non far sorgere dubbi tra il pubblico riguardo a quale sia il disco più importante (Love is hell pt.1, licenziato in qualità di ep, dura solo pochi minuti meno di Rock 'n' roll). I due lavori sono comunque molto diversi, ulteriore conferma della genialità di questo prolifico artista, e se Rock 'n' roll è tutto chitarre, ritmi in levare, potenza, melodie radiofriendly, esteriorità e voglia di stupire; Love is hell pt.1 è riflessione, interiorità, malinconia, emozioni e profondità.
Inciso con due diverse band tra New York e New Orleans, Love is hell esalta l'aspetto cantautorale della musica di Ryan Adams, allineando una serie di ballate dalla dolce interiorità, dalle splendide melodie malate di malinconia, recuperando le sfumature roots, che Rock 'n' roll sembrava momentaneamente aver messo da parte. Forse Love is hell non è pari a Gold e nemmeno a Demolition, ma racchiude almeno tre/quattro canzoni di alto livello, e se si considera che il contenuto della seconda parte è ancora sconosciuto, questo è più che sufficiente a rivalutare un autore, che, con le sparate punk in compagnia dell'amico Jesse Malin ed i fatui sogni di Rock 'n' roll, aveva suscitato qualche perplessità.
Basta una canzone come Political scientist per sancire il ritorno alla miglior vena compositiva: una ballata sublime, i cui umori ricordano più o meno quelli di Desire (era su Demolition), con un lento crescendo melodico che raggiunge altissime vette di intensità. L'apertura affidata alla voce ed al piano, con gli strumenti che entrano gradualmente, le liriche che rovistano insistentemente tra problematiche ecologicosociali, una chitarra elettrica che sgancia tormentati fraseggi in sottofondo, il canto che si eleva in lirici acuti sottolineando la drammaticità della canzone, fanno di questa composizione uno dei momenti più alti dell'intero lavoro.
Afraid not scared non è da meno con un equilibrato impasto di strumentazione elettrica ed acustica a creare un'atmosfera eterea e brumosa, in cui si inserisce la voce di Adams. Un altro gioiello della raccolta è la versione personale di Wonderwall degli Oasis, piccolo capolavoro interpretativo, che sradica la canzone dal pop e la trasforma in una scarna ballata acustica dai toni dolci ed interiori dall'assunto melodico delicatissimo. Non mancano vibranti fughe in territorio rock, come This house is not for sale, la melodica World war 24 o l'ottima Love is hell, nervoso brano elettrico dai contorni urbani, con brillanti rifiniture chitarristiche e perfetti pieni strumentali.
Il carattere intimo ed autunnale dell'album traspare dalle note di The shadowlands, effimero duetto di piano e voce, che prende lentamente corpo per concludersi in una coda strumentale ad effetto; della dolce Avalanche, in cui è ancora il piano ad accompagnare il canto, prima che la chitarra di Greg Leisz torni ad intessere accordi; dell'evanescente Cauterwall, in duetto con la cantante Leona Naess o dell'acustica Halloween, pacato e bucolico country folk. Se Rock 'n' roll suona come una prova di forza, un gesto di stizza rivolto a chi basa il proprio gusto e la propria conoscenza musicale sulle heavy rotations di MTV, Love is hell pt.1, lavoro compiuto nella sua parzialità, è un disco per chi ama perdersi tra le pieghe di un songwriting maturo e decisamente ispirato.