EDDIE SPAGHETTI (The Sauce)
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  Recensione del  30/04/2004
    

Basta riascoltare quella NYC che Steve Earle ha suonato con i Supersuckers in quel grandissimo disco che è El Corazon per ricordarsi le qualità della rock'n'roll band guidata da Eddie Spaghetti. Nome simpatico e talento capace di mescolare il country & western e i deragliamenti elettrici, l'ironia (chiamarsi Spaghetti e intitolare il disco così) e l'irruenza. Non sottovalutate i Supersuckers (anche perché non li sottovaluta Steve Earle) e scoprite Eddie Spaghetti nella versione solitària: è un po' come Jason senza gli Scorchers, con un filo di freschezza in più. Copertina unta e sporca a parte, The Sauce è un bel disco che scorre felicemente dall'inizio alla fine, mettendo in risalto le radici meno violente e più country & western dei Supersuckers che, pare evidente, appartengono ad Eddie Spaghetti più che agli altri. Dal songbook delle sue canzoni preferite spiccano Willie Nelson (una fulminante Gotta Get Drunk) Kris Kristofferson (The Best Of The Possibile Words) e, con una naturalezza sorprendente (il legame tra loro è più solido che mai), anche Steve Earle con I Don't Want To Loser You Yet.
Tutte suonate come se ai Supersuckers avessero tolto le chitarre elettriche: The Sauce è sorretto da un basso e una batteria corposi che seguono costantemente Eddie Spaghetti e tutti insieme non perdono un colpo. Il personaggio, oltre ad essere un divertente e moderno hobo che non nasconde i peccati della sua e altrui esistenza (Misery & Gin, Little 0l' Wine Drinker, Me, Cocaine Blues) ha anche qualche spunto d'inventiva notevole, se non proprio geniale. Il trattamento che riserva a Peace In The Valley ne è testimone: prosciugata con un suono scamissimo e funzionale (il basso, la batteria, una chitarra acustica e soltanto un breve assolo elettrico verso il finale) diventa una sorta di Dead Flowers rivista e corrotta per l'occasione.
Le canzoni vengono tutte dalla stessa famiglia e Eddie Spaghetti si sa districare con sufficiente personalità anche nelle ballate honky tonky (Bottom Dollar o Sea Of Heartbreak, con un lumicino acceso nella lunga ombra di Johnny Cash) o quando prova a confrontarsi con i nomi di cui sopra con un paio di canzoni a sua firma. Sleepy Vampire ha lo stesso drive di Human Wheels di John Mellencamp e per chi mastica rock'n'roll sa che questo è soltanto un complimento. Eddie Spaghetti ci mette anche un bell'assolo (con la chitarra acustica) che la impreziosisce.
È elettrica invece la chitarra che finisce Killer Weed: qui ci si sposta un po' dall'area preferita di The Sauce ed si entra in quella dei Supersuckers, ma è chiaro che Eddie Spaghetti si trova bene in tutte e due le salse.