Basta riascoltare quella NYC che Steve Earle ha suonato con i Supersuckers in quel grandissimo disco che è
El Corazon per ricordarsi le qualità della rock'n'roll band guidata da Eddie Spaghetti. Nome simpatico e talento capace di mescolare il country & western e i deragliamenti elettrici, l'ironia (chiamarsi Spaghetti e intitolare il disco così) e l'irruenza. Non sottovalutate i Supersuckers (anche perché non li sottovaluta Steve Earle) e scoprite Eddie Spaghetti nella versione solitària: è un po' come Jason senza gli Scorchers, con un filo di freschezza in più. Copertina unta e sporca a parte,
The Sauce è un bel disco che scorre felicemente dall'inizio alla fine, mettendo in risalto le radici meno violente e più country & western dei Supersuckers che, pare evidente, appartengono ad Eddie Spaghetti più che agli altri. Dal songbook delle sue canzoni preferite spiccano Willie Nelson (una fulminante
Gotta Get Drunk) Kris Kristofferson (
The Best Of The Possibile Words) e, con una naturalezza sorprendente (il legame tra loro è più solido che mai), anche Steve Earle con
I Don't Want To Loser You Yet.
Tutte suonate come se ai Supersuckers avessero tolto le chitarre elettriche:
The Sauce è sorretto da un basso e una batteria corposi che seguono costantemente Eddie Spaghetti e tutti insieme non perdono un colpo. Il personaggio, oltre ad essere un divertente e moderno hobo che non nasconde i peccati della sua e altrui esistenza (
Misery & Gin,
Little 0l' Wine Drinker,
Me,
Cocaine Blues) ha anche qualche spunto d'inventiva notevole, se non proprio geniale. Il trattamento che riserva a
Peace In The Valley ne è testimone: prosciugata con un suono scamissimo e funzionale (il basso, la batteria, una chitarra acustica e soltanto un breve assolo elettrico verso il finale) diventa una sorta di Dead Flowers rivista e corrotta per l'occasione.
Le canzoni vengono tutte dalla stessa famiglia e Eddie Spaghetti si sa districare con sufficiente personalità anche nelle ballate honky tonky (
Bottom Dollar o
Sea Of Heartbreak, con un lumicino acceso nella lunga ombra di Johnny Cash) o quando prova a confrontarsi con i nomi di cui sopra con un paio di canzoni a sua firma.
Sleepy Vampire ha lo stesso drive di
Human Wheels di John Mellencamp e per chi mastica rock'n'roll sa che questo è soltanto un complimento. Eddie Spaghetti ci mette anche un bell'assolo (con la chitarra acustica) che la impreziosisce.
È elettrica invece la chitarra che finisce
Killer Weed: qui ci si sposta un po' dall'area preferita di
The Sauce ed si entra in quella dei Supersuckers, ma è chiaro che Eddie Spaghetti si trova bene in tutte e due le salse.