BOB SEGER & THE SILVER BULLET BAND (Greatest Hits 2)
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  Recensione del  30/04/2004
    

Dopo l'album plurimilionario edito nel 1994, Bob Seger's Greatest Hits, ecco la seconda parte, in attesa del nuovo disco. Dopo il claudicante It's a Mystery, che risale all'ottobre del 1995, Bob Seger non ha più dato segni di vita anche se, alla fine del 1998 si era parlato insistentemente di un nuovo album. Poi il silenzio. Questa cortina di mistero viene rotta dalla pubblicazione di questa seconda antologia che, contro ogni previsione, ha diversi punti di interesse.
Che Seger sia nel cuore del pubblico americano e di chi, come noi, ama il vero rock, quello pulsante della classe lavorativa, quello di Bruce per intenderci, non è certo un mistero. Ed un disco come questo, 16 canzoni per 67 minuti di musica, è quello che ci voleva. Si tratta di una antologia che però contiene due canzoni nuove, un evento visto che Seger è lontano dalle scene da otto anni, più alcuni brani che sono stati pubblicati solo su delle colonne sonore. Se i grandi successi erano appannaggio del primo volume, questa seconda raccolta ha comunque diverse frecce al suo arco.
Le ballate Shame on the Moon e Fire Lake, tra le più belle mai incise dal leone di Detroit, con il piano poderoso di Barry Beckett a fare da sfondo, oppure rock vigorosi come The Fire Down Below, Rock and Roll Never Forgets, Her Strut e Sunspot Baby. La lunga Katmandu, omaggio a Chuck Berry e canzone sanguigna, oppure le meno conosciute Manhattan, turgida ballata pianistica dai risvolti malinconici, o New Coat of Paint, che arriva direttamente dal repertorio di Tom Waits.
Beautiful Loser rimane un inno della working class, oltre che il titolo di uno dei suoi dischi più belli. Queste sono alcune delle canzoni che lo hanno reso famoso, non solo in Usa, brani rock densi e vibranti e ballate da pelle d'oca, con tastiere e chitarre in grande evidenza. Seger, voce roca e piena di anima, rimane una figura centrale della musica Americana. Come viene ampiamente dimostrato da alcuni dei brani rari o inediti che fanno parte di questa raccolta.
Ben pochi si ricordano di Understanding, una strepitosa ballata che faceva parte della colonna sonora del film Teachers, con Bill Payne (Little Feat) al pianoforte, e la band che lo segue in modo lirico. È sullo stesso piano di classici come Fire Lake, Night Moves, Against The Wind, The Distance: ascoltate il finale con Seger che duetta bravamente con il piano di Payne. Ma chi fa canzoni di questo spessore oggi?Decisamente meno bella Shakedown, l'unico numero uno in classifica di Seger (mi sembra ovvio, è la quadratura del cerchio: canzone brutta vende, canzone bella non vende), una rock ballaci con sintetizzatori che faceva parte della colonna sonora del film Beverly Hills Cop 2.
Discreta invece Chances Are, duetto con la country singer Martina Mc Bride, forse un po' troppo intinta nello zucchero (anche questa arriva da una colonna sonora: Hope Floats). Belle le due canzoni nuove. Satisfied è tesa, pianistica, e richiama l'epoca dorata di Bob, cioè la fine dei settanta ed i primi ottanta: un bel crescendo, organo e piano in evidenza, batteria in levare e la solita grande voce. Tomorrow è un up tempo rock di buona qualità anche se rimane nella norma.
Seger canta con forza, la band suona virando in blues, e la canzone tiene i suoi tre minuti abbondanti, con due voci femminili che doppiano Bob, ed una chitarra solida che lancia strali nell'etere. Ora aspettiamo il nuovo album, Mr Seger. Niente scherzi questa volta.