Ci siamo sempre occupati, ma mai in modo approfondito, del cantautore statunitense Slaid Cleaves. Originario del Maine, Slaid è cresciuto dal punto di vista musicale in Texas, ed Austin è la sua base fissa (ma, per un certo periodo, ha vissuto anche in Manda, a Cork). Ha registrato cinque dischi a suo nome, sei con l'EP a carattere natalizio, e
Wishbones è il suo nuovo lavoro ed è atteso per la fine di Febbraio. Un album intenso e profondo che raccoglie il meglio della scrittura di Slaid e mischia alla perfezione le sue radici country e folk. Il cantautore è dotato di una buona voce ed il suo stile si avvicina in parte a quelli di
Joe Ely,
Robert Earl Keen,
Townes Vati Zandt e
John Prine.
Un folk singer rivestito con elementi country e rock, dotato di una bella voce, una penna intensa e capace di scrivere canzoni di indubbio spessore: ha una vena epica che rievoca la migliore scrittura di Joe Ely, possiede il senso della perdita e del dolore tipici di Townes Van Zandt, dipinge acquarelli intensi e profondamente tristi come fa John Prine. La produzione è affidata, come nei dischi precedenti, al texano
Gurf Morlix che ha saputo dosare i suoni dando al disco una patina elettrica, ma lasciandolo abbastanza disadorno, quasi fosse un album acustico.
Eppure non mancano violini, steel guitars, sezione ritmica, tastiere e chitarre elettriche. Rispetto ai suoi coetanei, Slaid ha il senso dell'epica insito nelle sue melodie come dimostra la splendida
Quick as Dreams che raccoglie in una manciata di minuti la storia della canzone popolare americana e che avrebbe fatto la sua bella figura nel songbook di uno come Woody Guthrie.. Le sue canzoni parlano di perdite e sofferenza, di lande desolate e strade senza fine, di fiumi ricchi d'acqua e persone che tentano di guardarli: parlano della vita, le sue difficoltà, la gente comune.
Said richiama
John Prine, scrive acquarelli di vita quotidiana e traccia un ritratto abbastanza triste della vita in provincia, delle difficoltà della gente comune, come ha fatto il suo amico Joe con il recente Streets of Sin. Ci sono dei brani che hanno il marchio di Steve Earle, mentre altri si liberano dai vincoli e corrono sicuri.
Wishbones è un bel disco, il migliore della già nutrita discografia di Slaid, e raccoglie undici canzoni che vanno assaporate lentamente.. Il suono è vario e si posiziona abilmente tra country, folk, blues e rock, previlegiando la musica di campagna con ballate quasi yodel come Horses, brani country tersi e diretti come lo splendido
Drinkin’ Days, bluesrock secchi come
Tiger Tom Dixon’s Blues o la diretta
Road Too Long, e rock obliqui come la toccante
Hearts Break.
Quello che colpisce maggiormente è la continuità. In precedenza Cleaves aveva alternato grandi canzoni a composizioni medie, non riuscendo mai a fare un disco di alto profilo. Wishbones interrompe questa situazione e propone canzoni di qualità come la toccante
Borderline, un ballata di matrice tradizionale cantata con il cuore e suonata in modo limpido, oppure la title track, o
New Year’s Day, sospesa tra folk e rock senza dimenticare la dolce
Below.
Un bel disco, che rinnova lo nostra passione verso i cantautori di matrice tradizionale e ci propone un autore vero che possiamo affiancare ai nomi storici che abbiamo citato all'inizio della recensione. Canzoni come
Drinkin' Days,
Wishbones,
Quick As Dreams,
Borderline e
New Year's Day sono degli instant classics e Cleaves mostra di avere altre frecce pronte da scoccare. Cuore, impegno, passione, scrittura: un'equazione irresistibile a cui Slaid Cleaves non riesce a sfuggire.