Non conosco
Steve Wedemeyer, esordiente cantautore texano. Mi sono avvicinato a questo disco perché ho notato che era prodotto da
Jon Dee Graham, una nostra vecchia conoscenza. E Jon Dee non è uno che tradisce. Steve è un cantautore originario di Houston che, da qualche anno, bazzica nei bar della zona. Ha una bella voce e scrive canzoni di qualità e Jon Dee, che ha un cuore grande grande, ha deciso di supportarlo.
Wedemeyer è un fan di Lucinda Williams e Car Wheel on a Gravel Road è il disco della sua vita, così, prendendo spunto da quei suoni costruisce il suo disco d'esordio.
Disclose è un disco bello e profondo, lento e rarefatto, desertico e radicale, un disco d'autore, in cui il nostro unisce liriche interiori ad una musica elettrica, suonata con vigore e compostezza. Non ci sono note fuori posto, ma chitarre, armonica, steel e tastiere, il tutto al servizio di una manciata di canzoni in bilico tra rock, blues, country e folk, come si conviene ad un texano doc.
Quello che sorprende maggiormente è la sicurezza, la maturità di Wedemeyer a cui Graham ha dato un suono coi fiocchi. Lo stesso Graham suona la chitarra elettrica, la lap steel ed il tamburino e partecipa alle parti vocali, ben assecondato da Mick Hardwick, George Reiff e Rafael Gayol. Come si vede turnisti già conosciuti, in grado di fornire un suono solido e di stampo classico.
Disclose è un album onesto che ha delle qualità e le mette subito in mostra, attraverso canzoni di spessore come la dylaniana
I'm So Low, le robuste
Skeletons e
The Joker, la riflessiva
Driver's Seat, introdotta da un'armonica toccante.
Notiamo lo zampino di Steve Earle, il calore di Joe Ely, la calma di James Me Murtry nelle note di Steve Wedemeyer: come confermano canzoni quali
It Ain't Us, dalla timbrica folk,
Floodplains, elettrica e distesa,
Bye Bye, tra rock e country,
Post cards, riflessiva e desertica,
I Wish, che con la sua piacevole distesa di note conferma la qualità non certo trascurabile dell'autore. Steve Wedemeyer è la novità più interessante che è venuta fuori dai confini texani da qualche mese a questa parte. Merita un ascolto ed un minimo di attenzione: di cantautori di questo spessore non se ne trovano spesso. E Jon Dee ne va fiero, lui era sicuro, gli è bastato sentire Steve una sola volta per convincersi E convincere pure noi.