DANNY SANTOS (Headaches & Heartaches)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  30/04/2004
    

Nato in un paesino del Texas del sud, Beeville, Danny comincia a suonare la chitarra per emulare il fratello più grande. Ben presto passa all'imitazione di tutto ciò che passano le radio locali. Le hit del momento, rock'n'roll, country, ma anche musica messicana e conjunto. Santos interiorizzerà tutte queste influenze, ben presenti nel suo songwriting. Quando con i genitori si sposterà ad est, sempre in Texas, comincerà ad ascoltare per radio Guy Clark, John Prine, Townes Van Zandt (chi è che si sta lamentando della programmazione delle radio nostrane???) e fonderà la sua prima band.
Il matrimonio, e la nascita di due bimbe con relativa assunzione di responsabilità, lo allontaneranno dalla musica. Ma ben presto il matrimonio finisce, e Danny comprende che la musica è per lui vitale. Dopo essersi fatto le ossa nei locali di Houston, e dopo aver aspettato che le figlie crescessero, si trasferisce ad Austin, sorta di terra promessa musicale. Danny Santos si fa apprezzare nei circuiti giusti, suona ovunque sia possibile, e finalmente comincia a coronare il suo sogno. Nel 1995 esce il suo primo cd, Caution to the wind, seguito nel 2000 da Sinner & Saints.
Ora è la volta di Headaches & Heartaches, inciso in Europa, dove il nostro passa spesso suonando in vari festival, uno per tutti il Montreaux Jazz Fest. Nell'album ritroviamo tutte le influenze di Danny Santos. Dal folk al pop beatlesiano, dal country al tex-mex, tutto amalgamato in modo tale da creare una scrittura personale e estremamente fruibile.
Hank Williams, Van Zandt, e gli altri nomi citati sono fonte di ispirazione, non modelli da imitare. E un sapore texmex rende il tutto speciale. La cover di Carmelita, di Warrren Zevon, è indicativa in questo senso. Mandolino, fisa e una chitarra sognante. Atmosfera meravigliosa. Che ritroviamo, carica di pathos, in Desperado, uno dei capolavori del cd, torrida e drammatica desertsong, sull'orlo del border. Ripescata dal cd precedente (che conteneva anche Mi amor escondido, altra bellissima canzone in sapor mexicano), è la storia di un fuorilegge in fuga dopo una rapina in banca, durante la quale è stato ucciso il suo "compadre", ha la drammaticità e l'epicità di un film ("... Consuelo I’ll not see you again..."). Headaches & Heartaches è un cd che ci porta alla ribalta, meglio tardi che mai, un grande autore. Piccole perle come Here we are there we go, cantata in coppia con Karen Mal, artista di Austin con una voce dolcissima, regala una melodia beatlesiana resa diversa e preziosa dalla fisa e dal mandolino.
Godibilissimo nei momenti più legati alla tradizione (Snowin' on Raton, o U.S. of Generical Blues, con tanto di yodel finale), risulta sempre convincente, anche in episodi più "pop" come Loved, splendida melodia e splendido ritornello. È comunque pop (ma il termine è dannatamente pericoloso e potrebbe essere fuorviante) nobilitato da una strumentazione acustica che dialoga direttamente con il nostro soul. Da segnalare ancora Sam Bass' Blues, dal ritornello accattivante (ma quella voce tendenzialmente nasale, chi mi ricorda...?).
Con un cd come questo bisognerebbe citare tutte le canzoni, tutte ugualmente valide, ma è difficile far "cantare la carta". La cosa migliore da fare è far suonare il cd sul proprio lettore, consapevoli di aver fatto un ottimo investimento.