ROGER CREAGER (Long Way to Mexico)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  31/03/2004
    

Roger Creager è un cantautore country texano di trentadue anni che ha debuttato nel '98 con un album fatto in casa, Having Fun All Wrong, contenente una splendida cover di L.A. Freeway di Guy Clark oltre all'inno nazionale texano The Everclear Song, che la Dualtone ha provveduto a ristampare tre anni orsono con il vero e proprio debutto per essa, I Got The Guns, una prova piuttosto valida e convincente che gli è valsa un paragone con John Mellencamp e Steve Earle unitamente al titolo entertainment of the year nell'ambito dei Texas Music Awards del 2001.
Long Way To Mexico è la terza prova della sua carriera ed è destinata ad allargare ancora di più il suo seguito. Si tratta infatti di una proposta di ancor maggior respiro della precedente, in grado di allargare di più i suoi orizzonti musicali. Perché Roger oltre a possedere una bella voce baritonale, rilascia una dozzina di canzoni, scritta stavolta anche insieme ad altri autori spesso famosi, che prendono abbastanza facilmente, lasciano il segno e convincono. Sono tutte a sua firma o a firma sua e di altri, come si è detto, con un paio di eccezioni.
Ci sono classiche country ballads come Love Is So Sweet, splendida cover di un interessante pezzo di Billy Joe Shaver dal scintillante arrangiamento chitarristico, assolo di fiddle ed electric guitar e velocissimo finale strumentale o For The Sake Of The Song, romantico lento di Clay Blaker risalente al '96 dal ritmo ballabile e dal ritornello vincente grazie anche alle harmony vocals femminili di supporto, Waiting On You, delicata love song scritta in collaborazione con Radney Foster proposta con convinta adesione vocale, Delicacy Of A Rose, composta con il già citato Clay Blaker, dolce e delicato testo con squisito contributo vocale femminile ove il protagonista dichiara un amore per un'adolescente che si è mantenuto negli anni nonostante i tanti "petali caduti" di lei. Late Night Case Of The Blueslenta ballata dall'atmosfera gentile, il delicatissimo arrangiamento, l'introduzione di batteria e piano l'assolo di electric guitar e piano e il lungo finale senza parole, protagonista un uomo confuso e turbato che la notte tiene sveglio perché non si fida della sua compagna.
Ci sono honky tonk songs come la scorrevole composizione d'apertura Good Old Days, con il violino quale strumento più in vista, dedicato alla celebrazione della musica degli anni cinquanta e sessanta, border tunes come la brillante title track Long Way To Mexico, dominata strumentalmente dalla fisarmonica all'opera qui come se fosse ad una tipica festa paesana, che descrive un delizioso luogo di ristoro situato lungo il confine. Appaiono anche ritmi latini come Gypsyland, Creager è aiutato nella circostanza dalla penna amica di Gary Nicholson, che rivela interessanti stacchi strumentali con le percussioni in prima linea. Compaiono swing tracks come Some Get Rich di Roger e Kyle Hutton, che si snoda con un accompagnamento strumentale quasi in sordina mentre è il dobro stavolta a far la parte del leone, il cui tema, abbastanza ovvio, tende a ribadire che nella vita di oggi il ricco è destinato a diventare più ricco, il povero più povero.
Shreveport To New Orleans, simpatico motivo di Roger e Kevin Fowler, dal sapore dixie con clarinetto e piano in evidenza e il coautore presente quale secondo vocalist in studio. Sonorità alla Frank Sinatra come I Say When I Drink What I Think di Roger e Jeremy Elliott, con le spazzole della batteria che dettano il ritmo, un piano jazz, una raffinata steel guitar, la presenza di Radney Foster quale ulteriore voce. C'è persino una specie di cajun jazz come Love Is Crazy, altro brano composto con il contributo di Radney Foster, dal ritmo notevole, il refrain davvero travolgente, assoli di violino ed electric guitar che evidenziano solidità e compattezza.