Nasce per caso, una parentesi da 'one-man-band' molto personale, alla ricerca di un terreno inesplorato.
Se le relazioni fra le persone avvengono spesso come sottofondo dello stare in scena o della possibilità di andarci, in
Tenderhearted Boys nascono e muoiono come in un film di Godard, tra un presente in bianco e nero e il passato che segue una temporalità invertita ed è a colori.
Lì, in mezzo, le ballate riempiono la scena, americana e roots,
Deadbolt a
Some People e
You Love Me Anyway, quelle che sanno come lasciar fluire il rock (
Accountable) e prendere strade strerrate, sulle quali volteggia lo sfondo di
I Still Got It.
Al pianoforte poi, l’attraversamento di una soglia a sancire il superamento di ogni limite, soprattutto narrativo.
Will Hoge gioca sull’adesione non del ricordo, ma del cuore.