Adolescenza con la chitarra tra le mani, arriva il blues e le cose mutano forme e vita.
Quarto disco dopo una lunga pausa, il tempo del blues/rock si svuota il più possibile fino a essere suono e basta, sfondo di un buco chitarristico infuocato quello di
Beautiful Sin (a velocità diverse resta attraente,
Howl & Moan a
Beautiful Sin, da
Better Man all'armonica di
Let It Rain).
Beautiful Sin e le sue tonalità ricorrenti, inghiottite dall’ellissi della chitarra e riecheggia dal fuori campo nella deliziosa ballata
Never Go Home, mai prevedibile, a fronte di una profondità di percezione offerta come totale in
The Way,
How Long fino alla conclusiva
Go on Home.
Si parte, si viaggia e si ritorna col blues di
Paul Black, oppure no.