Sanno come occupare lo spazio del rock, un pregio per la band del North Carolina, come l’acqua, con la sua fluidità che scorre, sfugge, rende “bagnati” al primo ascolto della scoppiettante
Runaround.
Per gli
Old Heavy Hands è un continuo attraversamento, che è da intendersi come territorio vario, terreno della scoperta e della rivelazione, alternativa che si mostra concreta (
Between You and Me), florida e ben circoscritta dal tempo e dallo spazio delle chitarre (
Old Demons,
Coming Down a
All the Time in the World).
Small Fires ha una lodevole qualità, spia di fatto il rock da dietro la porta del passato.
Trova stimoli dimenticati da tante bands odierne e nel suo differente vacillare elettrico, continua a catturare l'attenzione fino alla fine (gran ballata
Shelter Me alla squillante
The Flood e la bella chiusura di
When the Lights Go Out).
Accendiamoli spesso, questi “Small Fires”.